Le considerazioni e i pensieri delle grandi personalità che hanno fatto la storia della scienza e della filosofia, ci offrono uno spunto di riflessione importante circa il ruolo e l’utilità che la scienza ed il progresso scientifico rivestono nella società moderna, e più in generale, nella storia dell’umanità. Karl Popper, grande filosofo del secolo scorso, mette in evidenza nelle sue riflessioni come la scienza sia qualcosa in continua evoluzione e sempre in attesa di smentite: è questo il suo concetto si falsificazione. Il processo scientifico inizia con l’ipotesi e l’aspettazione, e, sempre secondo il filosofo, solo dopo la formulazione di tali ipotesi lo scienziato passa all’osservazione del fenomeno che si sta analizzando: in questo senso Popper è in polemica con molti scienziati, sostenitori della priorità dell’osservazione rispetto all’ipotesi. Il filosofo britannico è invece convinto che lo scienziato, per poter osservare, debba avere necessariamente come punto di partenza qualcosa di preciso, che possa poi essere sperimentato tramite l’osservazione vera e propria. Questa teoria trova il consenso e l’appoggio di due altre grandi figure a livello scientifico, Darwin ed Einstein. Per quanto riguarda invece i risultati che la scienza raggiunge, non si può certo dire che essi siano qualcosa di definito e di universalmente approvato: proprio perché le opinioni di natura scientifica sono in un continuo stato di attesa, la scienza e gli scienziati non possono certo avere la presunzione di esprimere delle conclusioni da diffondere come dogmi. Significativa è poi l’esperienza di un altro scienziato contemporaneo, Levi Montalcini, durante la seconda guerra mondiale, a causa delle leggi razziali, fu costretta a portare avanti la propria ricerca sulle cellule nervose in condizioni precarie, arrivando ad utilizzare come laboratorio la propria camera da letto, adeguatamente trasformata. Questa vicenda deve far riflettere soprattutto per la tenacia e l’impegno con i quali questa persona ha portato avanti i suoi studi, nonostante le restrizioni e i problemi legati al contesto, superati da questo desiderio di conoscenza e sapere, insiti nell’animo degli uomini. Einstein in una delle sue pubblicazioni più famose, si sofferma invece ad analizzare il rapporto scienza – società e scienza – religione. La prima questione che lo scienziato mette in evidenza è l’influenza diretta che lo sviluppo scientifico ha sulla società: la scienza ha sicuramente migliorato qualitativamente la vita dell’uomo, sia per quanto riguarda l’introduzione di nuove tecnologie, sia per quanto riguarda i settori della biologia e della medicina. Nonostante ciò, la scienza ha avuto anche degli effetti nella sfera psicologica, creando una sorta di insicurezza e precarietà di fronte all’immensità della natura e dell’universo. Un punto molto importante della riflessione dello scienziato è quello legato al rapporto scienza – religione: non dobbiamo pensare ad una contrapposizione dei due ambiti, piuttosto a due enti il cui cammino a volte si incrocia, e sono proprio questi punti di contatto che vanno analizzati con attenzione. La scienza, in questo senso, acquista un ruolo costruttivo e positivo nel momento in cui segue determinati valori morali e si sottopone a giudizi di natura etica. I frequenti dibattiti che sentiamo oggi sulla clonazione, le cellule staminali, procreazione assistita e quant’altro, dovrebbero essere rivolti in questa direzione, verso un miglioramento reale della vita umana. Per concludere, prendendo spunto dalle parole di Einstein, siamo convinti del fatto che la scienza non debba elargire conoscenza sottoforma di dogmi, poiché il compito dello scienziato è quello di osservare e ipotizzare, non certo di giudicare.
- Temi e Saggi