Un’annosa polemica oppone la tradizione trockijsta, secondo cui Trockij preparò l’insurrezione d’ottobre in completo accordo con Lenin, e la storiografia staliniana, sacondo cui il menscevico alleato aveva ostacolato i suoi piani, ma meno apertamente di Kamanev e Zinov’ev.
La pubblicazione da parte dei Sovietici degli archivi del Comitato militare rivoluzionario di Pietrogrado, come le analisi di Robert Daniels in Red October, Newhaven 1967, e di J.J.Marie, Le Comitè militaire rèvolutionnaire de Ptrograd et son prèdent, in “cahiers du monde russe et sovietique”, 1967 permettono di fare il punto su questa questione.
Il problema presenta parecchi aspetti.
Il principio stesso di una insurrezione. Solidali nel respingere ogni rifiuto di principio dell’insurrezione, i due collaboratori pare non l’abbiano concepito con un uguale disegno. Essi sono d’accordo nell’agire in modo tale che l’iniziativa della rottura venisse dal Governo, ma sembra che solo Lenin voglia provocare, comunque, la rivolta armata, mentre nulla sta a provare che Trokij avesse desiderio di suscitarla se il governo avesse ceduto il potere al Congresso dei Soviet senza resistere. Evidentemente questa ipotesi era improbabile. Così si può dire che per Trockij l’insurrezione era fatale, mentre per Lenin era necessaria. Da un punto di vista tecnico era la stessa cosa, non così da quello politico. Questa spiegazione tiene conto del fatto, sottolineato dalla storiografia trockijsta, che il PVRK potè essere il 9 ottobre, un giorno prima che il partito bolscevico mettesse l’insurrezione “all’ordine del giorno”.
E tiene pure conto del fatto, sottolineato dalla storiografia staliniana, che, contrariamente a Trockij, Lenin volle fissare una data all’insurrezione: in ogni caso prima della riunione del Congresso dei Soviet. Questa divergenza ne implica un’altra: nella mente di Trockij bisognava che, guidati dai bolscevichi, fossero i Soviet a prendere il potere. Nelle intenzioni di Lenin, bisognava che, a nome dei Soviet, lo prendessero i bolscevichi.
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