La teoria del piacere ne Il sabato del villaggio
Leopardi ha una teoria tutta personale del piacere. In questa teoria, il sabato del villaggio, completa l’aspetto proposto ne La quiete dopo la tempesta: i due testi, effettivamente, furono scritti a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro.
Ne La quiete dopo la tempesta il protagonista è il piacere che nasce dalla fine di un dolore; nel sabato del villaggio è il piacere della speranza, dell’attesa di un futuro migliore. Ecco allora che il sabato diventa un po’ una metafora dell’adolescenza e della giovinezza: come il sabato precede il giorno della festa, così la gioventù è l’attesa, talvolta ansiosa ma serena, dell’età adulta, un’età che, quando si è giovani, può sembrare ricca di promesse. Nel sabato si spera e si guarda alla domenica anche se questa, alla fine, porterà delle delusioni.
Riassunto de Il sabato del villaggio
Nella prima parte del canto, quella idillica, Recanati è in preparazione della festa, ed è la sera del sabato appunto: giovani e vecchi si preparano e si affrettano a terminare il loro lavoro per godere pienamente del riposo domenicale. L’attesa è quindi gioia, speranza.
La seconda parte non è rigida e le due parti non sono nettamente separate: con l’ammonimento lanciato dal poeta al garzoncello, Leopardi allude appena alla triste realtà, ovvero che l’attesa della festa è molto più gradevole e bella e gioiosa della festa stessa. Allo stesso modo, l’adolescenza, piena di sogni per il futuro è l’unica età felice dell’uomo.
Schema metrico della poesia
Schema metrico: la canzone è fuori da ogni schema; alternanza di endecasillabi e settenari che rimano liberamente.
- 800
- Giacomo Leopardi
- Letteratura Italiana - 800