Aedis Minervae est in Insula, de qua ante dixi; quam Marcellus non attigit, quam plenam atque ornatam reliquit; quae ab isto sic spoliata atque direpta est, non ut ab hoste aliquo, qui tamen in bello religionem et consuetudinis iura retineret, sed ut a barbaris praedonibus vexata esse videatur. Pugna erat equestris Agathocli regis in tabulis picta; iis autem tabulis interiores templi parietes vestiebantur. Nihil erat ea pictura nobilius, nihil Syracusis quod magis videndum putaretur. Has tabulas M. Marcellus cum omnia victoria illa sua profana facisset, tamen religione impeditus non attigit; iste, cum illa iam propter diuturnam pacem fidelitatemque populi Syracusani sacra religiosaque accepisset, omnes eas tabulas abstulit, parietes, quorum ornatus tot saecula monserant, tot bella effugerant, nudos ac deformatos reliquit.
Versione tradotta
C'è un tempio di Minerva sull'isola, di cui ho già parlato, e che Marcello non ha toccato, lo ha lasciato pieno di tutti i suoi tesori e ornamenti, ma che così è stato svuotato e "attaccato" da Verre, che sembra essere stato nelle mani non di un nemico - i nemici, anche in guerra, rispattano i riti della religione e i costumi del paese, ma (nelle mani) di un qualche pirata barbaro. C'era la battaglia della cavalleria del Re Agathocle, perfettamente dipinto in una serie di figure, e con queste figure erano ornate le mura interne del tempio. Niente era più nobile di quei dipinti; Non c'era niente a Sicuracusa che valeva vedere di più.Queste figure Marcello, che con ogni sua vittoria prendeva tutto, non le toccò, impedito dalla sacralità (di esse); Questo (Verre), dopo la lunga pace e la lealtà dei Siracusani, li ha accolti come sacri e sotto la protezione della religione, portando via queste figure che sono rimaste inviolate per tanto tempo e che sono sfuggite a tante guerre, lasciando nude e deformate le mura.
- Letteratura Latina
- Verrinae di Cicerone
- Cicerone