Quaeris quid sit malum? Cedere iis quae mala vocantur, et illis libertatem suam dedere, pro qua cuncta patienda sunt: perit libertas, nisi illa contemnimus quae nobis iugum imponunt. Censeo homines non dubitaturos fuisse quid conveniret forti viro, si scirent quid esset fortitudo. Non est enim inconsulta temeritas nec periculorum amor nec formidabilium appetitio: fortitudo scientia est distinguendi quid sit malum et quid non sit. Diligentissima in tutela sui fortitudo est et eadem patientissima eorum, quibus falsa species malorum est. «Quid ergo? Si ferrum intentatur cervicibus viri fortis, si pars subinde alia atque alia suffoditur, si viscera sua in sinu suo vidit, si ex intervallo, quo magis tormenta sentiat, repetitur et per adsiccata vulnera recens demittitur sanguis, non timet? Istum tu dices nec dolere?» Iste vero dolet (sensum enim hominis nulla exuit virtus), sed non timet: invictus ex alto dolores suos spectat.
Versione tradotta
Vuoi sapere che cosa sia il male? Lasciarsi abbattere da questi che sono detti mali e rimettere a essi la propria libertà, per la quale si deve subire di tutto (cuncta: tutte le cose): la libertà si perde se non disprezziamo quelle cose che ci impongono un giogo. Credo che gli uomini non avrebbero dubbi su ciò che conviene alluomo coraggioso, se sapessero che cosè il coraggio. Non è la sventatezza, né il desiderio di cose pericolose o terrificanti: il coraggio è la capacità di distinguere ciò che è male da (lett. e) ciò che è bene. Il coraggio è attentissimo alla sua autoconservazione (tutela sui) e al tempo stesso (eadem = la stessa fortitudo, cioè il coraggio) tollera con somma pazienza (est patientissima) quelle cose che hanno una falsa apparenza di mali. «Ma come? Se si rivolge (anche: viene rivolta) una spada verso la nuca di un uomo coraggioso, se viene trafitta ripetutamente ora una parte ora unaltra (del suo corpo), se (egli) vede le sue stesse viscere nel suo grembo, se a intervalli (è sing. nel testo), perché avverta maggiormente le torture, si ripete (il supplizio) e nuovo sangue vien fatto scorrere (demittitur) dalle ferite (già) rimarginate, (egli) non ha paura?». Certamente soffre (infatti nessuna virtù annulla la sensibilità delluomo), ma non ha paura: incrollabile, guarda dallalto i suoi dolori.
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