Il Surrealismo, movimento letterario, culturale e artistico sorto in Francia e affermatosi poi in Europa tra la prima e la seconda guerra mondiale, si presenta come corrente organizzata ma anche come il prodotto di una mentalità propria del tempo. Si riconosce nella teoria dell'irrazionale o dell'inconscio di cui padre per eccellenza fu Freud.
Egli apre una regione vastissime delle psiche e afferma che poiché nell'inconscio pensiamo per immagini e l'arte formula immagini, essa diviene il mezzo più adatto per portare fuori i contenuti più profondi del nostro io.
Nella prima fase della poetica surrealista l'arte assume le caratteristiche di un vero e proprio test psicologico nel quale la coscienza non deve intervenire e la trascrizione deve essere assolutamente automatica.
L'inconscio non è solo dimensione psichica che l'arte esplora con facilità, ma anche dimensione estetica, quindi dimensione stessa dell'arte; un'arte che anziché essere rappresentazione diviene comunicazione vitale e biopsichica dell'individuo attraverso i simboli. Grande importanza assume l'esperienza onirica, quella in cui cose che alla coscienza appaiono distintesi rivelano ora collegate in relazioni illogiche.
Il rapporto arte- inconscio vede l'arte in una nuova prospettiva: tende a screditare, a vantaggio dell'immagine inconscia, la forma di un dato oggetto vista quando siamo coscienti. Dal punto di vista della tecnica il Surrealismo fa propri alcuni elementi del Dadaismo, sia nell'impiego di procedimenti fotografici e cinematografici, sia nella produzione di oggetti (un ferro da stiro irto di chiodi, tazzine da tè foderate di pelliccia).
Juan Mirò
Uno dei massimi esponenti di questo movimento è Juan Mirò, il quale intercetta l'inconscio della soglia della coscienza e affinché non vada oltre lo fissa con immagini chiarissime che non hanno alcun significato al di là della propria evidenza. L'arte diviene la sola attività che può realizzare l'inconscio allo stato puro e diviene un mezzo grazie al quale ogni individuo si può liberare dalla repressione della ragione per ritornare all'autenticità dei propri istinti.
La pittura di Mirò si rivela attuale e liberamente cromatica ed è caratterizzata dall'assoluta mancanza di censure. Dietro ogni sua immagine vi è certamente una motivazione inconscia, ma la purezza del segno e del calore è tale che non si cerca alcun significato al di là della percezione.
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