Infelix senex gravia onera umeris sustinebat: fessus, labore aetateque confectus divitum domus aspiciebat dicebatque: “Felicem vitam divites ducunt, in toris iucunde cubant, bene edunt, expedite ambulant; ego contra vitam duram vivo invideoque aliis”. Itaque onera deiecit Mortemque invocavit dicens: “Veni Mors: vires iam me deficiunt, melius animam efflare, melius mortem occumbere!”. Anicula tunc atrata venit dixitque: “Ego sum Mors! me invocavisti: quid cupis?”. Senex ita respondit: “Te invocavi ut onera in umeros meos tolleres”.
Versione tradotta
Un vecchio infelice portava sulle spalle carichi pesanti: stanco, sfinito per la stanchezza e per l'età, guardava le case dei ricchi e diceva: "I ricchi conducono una vita felice, dormono beatamente nei letti, mangiano bene, camminano facilmente; io invece faccio una vita dura e invidio gli altri". Così gettò i carichi e invocò la Morte dicendo: "Viene Morte: le forze ormai mi mancano, meglio esalare l'anima, meglio morire!". Allora una vecchietta vestita di nero venne e disse: "Io sono la Morte! mi hai chiamato: cosa vuoi?". Il vecchio allora rispose: "Ti ho chiamato affinché sollevassi i pesi dalle mie spalle".
- Letteratura Latina
- Versioni E-I
- Versioni dai Libri di Esercizi