Verismo e Naturalismo
Il periodo compreso tra il 1850 e il 1875 circa viene definito comunemente “età del Realismo”.
Le diverse condizioni storiche pongono differenze tra Naturalismo francese e Verismo, la corrente letteraria che in Italia si ispira direttamente alla corrente d’oltre Alpe.
Sviluppatasi a partire dal 1870, il Verismo italiano ha i suoi rappresentanti più significativi in Luigi Capuana e Giovanni Verga. La cultura positivista fondata su basi scientifiche, si espresse in letteratura dapprima con il Naturalismo francese.
Il Naturalismo, il cui più celebre esponente è Emile Zola, reagisce alle tendenze fantastiche e spiritualistiche del Romanticismo, e intende usare la letteratura per analizzare l’uomo in quanto prodotto della natura e della società. Il letterato non deve creare e fantasticare, ma descrivere “fotograficamente” la realtà. I Naturalisti francese ambientano i loro romanzi tra le piccola borghesia cittadina, tessuto sociale dominante in Francia.
Caratteristiche del Verismo
In Italia, quindi, il naturalismo prese il nome di Verismo, assumendo caratteri originali:
- ambientazione regionale, con uso di linguaggi che improntano la lingua italiana in qualche modo sui modelli vernacolari e dialettali, superando così il modello linguistico manzoniano
- ambientazione sociale generalmente contadina, a causa della situazione dell’Italia postunitaria, prevalentemente agricola; denuncia sociale e della miseria degli strati umili del popolo, in contrasto con l’ottimismo ufficiale dell’Italia liberale
- maggiore libertà rispetto agli schemi della sociologia, con indagine sulla psiche umana e maggiori effetti poetici.
Il Verismo italiano ha una lunga e variegata tradizione:
- i siciliani Luigi Capuana e Giovanni Verga
- il toscano Renato Fucini
- la sarda Grazia Deledda
- i calabresi Nicola Misasi e Corrado Alvaro
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- Letteratura Italiana - 800