L’Iliade narra le ultime vicende di Ilio, antico nome della città di Troia, impegnata a difendersi da un implacabile assedio messo in atto dai Greci e durato ben dieci anni.
La struttura e il contenuto dell'Iliade
L’Iliade è divisa in 24 libri e comprende più di 15.000 versi. Il poema non narra tutta la storia della guerra di Troia, bensì gli ultimi 51 giorni a partire dall’episodio dell’ "ira funesta" di Achille, che darà sviluppo alle varie fasi della storia.
L’Iliade inizia presentando la situazione della guerra dopo nove anni di aspri combattimenti. I Greci sono accampati sulla spiaggia vicino alle navi e i Troiani resistono dentro le mura della città. Un giorno Crise, sacerdote troiano, si reca all’accampamento greco per riscattare con ricchi doni la figlia Criseide, fatta schiava da Agamennone, capo supremo dell’esercito greco. Si presenta umile e spinto dall’amore paterno, riuscendo a suscitare commozione tra i capi greci; solo Agamennone non prova pietà e caccia l’anziano sacerdote. Crise, se ne va offeso giurando vendetta ad Apollo, il suo dio. La divinità accoglie la supplica e scende in campo scatenando la sua ira contro i Greci, facendo per nove giorni strage di animali e uomini con le sue frecce portatrici di una terribile pestilenza, che gli Achei interpretano come segni di collera divina.
Al decimo giorno Achille riunisce tutti i Greci e propone di interpellare un indovino perché spieghi loro gli avvenimenti accaduti. L’indovino Calcante svela che è tutta colpa di Agamennone, che ha offeso Apollo maltrattando Crise. Sia quindi immediatamente restituita Criseide al padre e il dio si placherà. Agamennone deve obbedire ma infuriato pretende in cambio Briseide, schiava di Achille. Inevitabilmente scoppia una violenta lite: Achille accusa Agamennone di avidità ed egoismo, Agamennnone, però, come capo supremo, ottiene ciò che pretende. Achille lo insulta pubblicamente e vorrebbe persino uccidere Agamennone ma viene addirittura trattenuto dalla dea Atena. Achille ubbidisce ma giura di non partecipare più alla battaglia! Si allontana, solo, verso la riva del mare dove invoca sua madre, Teti, con la quale sfoga la sua rabbia e disperazione: sa di essere destinato a una vita breve, e ora la lite con Agamennone l’ha costretto a ritirarsi dalla battaglia, rinunciando alla gloria.
Dopo questo episodio si susseguono molti avvenimenti, ma nonostante si fronteggino i migliori campioni dei due eserciti, nessuno scontro è decisivo; i Troiani sembrano avere la meglio e si distingue tra loro l’eroe Ettore: figlio primogenito di Priamo e di Ecuba, è il più valoroso tra quelli che difendono la città. Non ama la lotta, non cerca la gloria come Achille, ma sente profondamente il senso del dovere. Accetta quindi la guerra come una inevitabile necessità e deve dare l’esempio.
Frattanto, nel campo greco, Patroclo si reca da Achille, di cui è fedele amico, e lo prega di prestargli le sue armi per affrontare i Troiani e incutere loro terrore. Achille teme per le sorti dell’amico, ma acconsente in seguito alla sua insistenza. Rivestito della lucente e terrificante armatura, Patroclo fa strage di nemici che temono di trovarsi di fronte all’invincibile Achille. Davanti alle mura troiane, però, Patroclo viene affrontato da Ettore, che lo uccide in duello e lo spoglia della sua armatura. Achille si dispera alla notizia della morte dell’amico e decide di ritornare a combattere spinto dal desiderio di vendetta e di odio nei confronti di Ettore. Ettore morirà per mano di Achille che infierirà sul suo corpo. Priamo si recherà da Achille per riscattarlo, per dare al corpo del figlio onorata sepoltura, che viene restituito da un commosso e umano Achille.
Il poema si chiude con la celebrazione dei funerali dell’eroe troiano.
La leggenda e l’Iliade
La tradizione ci porta sul monte Olimpo dove sono in corso i festeggiamenti per le nozze tra Teti e il re Peleo. La dea Discordia, irata per non essere stata invitata, scagliò tra gli invitati una mela d’oro con la scritta “ alla più bella” provocando una furiosa lite tra le dee. Dopo lunghe discussioni restò da stabilire se assegnare la mela ad Atena, Era o afrodite. Per risolvere la controversia, Zeus invitò le dee sul monte Ida affinchè fossero giudicate da un pastore eremita di nome Paride, che era in realtà un principe troiano, allontanato dal padre Priamo in seguito alla predizione di un oracolo che lo aveva indicato come causa di una sciagura per la sua patria. Prima che lui le giudicasse, le dee di nascosto di proposero a lui con delle offerte per corromperlo: Era gli promise la potenza, Atena la saggezza e Afrodite l’amore della donna più bella al mondo. Paride scelse quest’ultima che indusse Elena, moglie del re di Sparta e donna di eccezionale bellezza, ad innamorarsi di lui e aiutò Paride a rapirla. Menelao, per vendetta, organizzo una spedizione contro Troia, aiutato da Agamennone e da altri alleati greci.
La leggenda racconta che la guerra durò dieci lunghi anni e che nonostante il valore dei combattenti, Troia cadde solo con l’inganno, grazie ad uno stratagemma ideato dall’astuto Ulisse. I Greci finsero di rinunciare alla battaglia e si nascosero, alcuni di loro nel ventre di un cavallo di legno, lasciato sulla spiaggia, e portato dentro le mura, ingenuamente dai Troiani. La caduta e la distruzione di Troia non è argomento dell’Iliade che racconta episodi in un arco di tempo più limitato e incentrati sulla figura dell’eroe greco Achille.
I personaggi dell'Iliade
I Greci
- Achille: figlio del re Peleo e della divinità marina Teti, è il più forte guerriero dei Greci. La tradizione vuole che, appena nato, fosse immerso nelle acque di un fiume sacro, che resero invulnerabile il suo corpo ad eccezione del tallone, rimasto asciutto perché impugnato dalla madre. Destinato ad una vita breve ma gloriosa, è guerriero invincibile e feroce.
- Agamennone: Re di Argo e di Micene, è il capo dell’intera spedizione.
- Menelao: Re di Sparta e fratello di Agamennone. Forte e coraggioso, viene però umiliato dalla fuga della bellissima moglie Elena con il principe troiano Paride.
- Ulisse: Re dell’isola di Itaca, oltre ad essere un forte guerriero si distingue per ingegno e astuzia.
- Diomede: figlio di Tideo, re dell’Etolia, è uomo di audacia senza pari che non esita neppure a colpire in battaglia Ares, dio della guerra.
- Aiace Telamonio: condottiero greco possente e dall’impressionante forza fisica.
- Patroclo: principe della Locride, è cresciuto insieme ad Achille. Sarà la sua morte a scatenare la vendetta di Achille.
I Troiani
- Priamo: è il vecchio re di Troia, padre di numerosi figli. La sua sorte è tra le più tristi, perché la città su cui regna è destinata a essere distrutta e quasi tutti i suoi figli cadranno sotto le armi nemiche. Condivide con lui questo tragico destino sua moglie Ecuba.
- Ettore: è la più nobile figura del poema. Uomo mite e generoso, sa essere in battaglia un terribile guerriero. Non ama la guerra e non si aspetta da essa ricchezza e fama. Condivide il suo destino triste e infelice sua moglie Andromaca.
- Paride: figlio di Priamo, rapisce Elena e diviene uno dei principali responsabili dello scoppio della guerra. Elena è moglie di Menelao e perciò greca. La sua eccezionale bellezza è la causa del conflitto. Non viene tuttavia condannata per questo perché i troiani sono consapevoli del fatto che questa guerra è voluta dagli dei e dal fato e nessuno può sottrarsi.
- Enea: figlio della dea Afrodite, avrà il compito di portare in salvo i superstiti della città e cercare una nuova patria. Ma questo è argomento di altri poemi.
Gli dei nell'Iliade
Nel corso della guerra di Troia le divinità non esitano a partecipare in modo intenso agli eventi, favorendo gli eroi prediletti. Parteggiano per i Troiani Apollo, Afrodite, Ares, che scende in soccorso di Enea, ferito da Diomede.
Stanno invece dalla parte dei Greci Atena, dea della saggezza, ed Era, offesa dal giudizio di Paride, Poseidone, dio del mare, Teti madre di Achille, Efesto, che ad Achille fabbricherà le nuove armi.
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