Nell’Iliade, Omero fa ampio uso di epiteti e similitudini per arricchire la narrazione, caratterizzare i personaggi e vivacizzare le scene descritte. Queste figure retoriche non solo conferiscono profondità al poema, ma aiutano anche il lettore a visualizzare e comprendere meglio le dinamiche dell’epoca.
Epiteti nell’Iliade
Gli epiteti sono aggettivi o locuzioni che accompagnano un nome, sottolineandone una caratteristica distintiva. Nell’Iliade, essi servono a identificare e caratterizzare i personaggi, gli dèi e persino gli oggetti. Ecco alcuni esempi significativi:
Achille: Spesso chiamato “piè veloce” o “divino”, a sottolineare la sua rapidità e natura semi-divina
Agamennone: Definito “Atride” (figlio di Atreo) e “signore di uomini”, evidenziando la sua discendenza e autorità
Ettore: Riferito come “domatore di cavalli” e “dall’elmo lucente”, indicando la sua abilità in battaglia e il suo equipaggiamento distintivo
Odisseo: Chiamato “l’ingegnoso” e “ricco di risorse”, a rimarcare la sua astuzia e intelligenza
Zeus: Spesso descritto come “adunatore di nubi” e “padre di uomini e dèi”, sottolineando il suo dominio sul cielo e sugli esseri divini e mortali
Elena: Indicata come “dalle candide braccia” e “dalla bella chioma”, enfatizzando la sua bellezza leggendaria
Apollo: Denominato “dio che colpisce da lontano” e “dalla bella chioma”, evidenziando la sua abilità con l’arco e la sua avvenenza
Atena: Chiamata “dagli occhi azzurri”, un riferimento distintivo alla dea della saggezza
Era: Descritta come “la dea dal bianco braccio”, sottolineando la sua maestosità e bellezza
Mare: Spesso indicato come “color del vino”, una descrizione poetica del suo aspetto
Similitudini nell’Iliade
Le similitudini sono paragoni espliciti tra due elementi, introdotti da termini come “come” o “simile a”. Omero le utilizza per creare immagini vivide e rendere le scene più immediate e comprensibili. Alcuni esempi notevoli includono:
Apollo che scende come la notte: “[Apollo] scendeva simile alla notte.” (Libro I, v. 47) Questa similitudine sottolinea la rapidità e l’ineluttabilità dell’arrivo del dio, paragonandolo all’avanzare della notte
L’assemblea dei Greci paragonata al mare in tempesta: “All’assemblea, vociando, [i Greci] accorrevano da navi e baracche come quando i marosi del mare strepitante mugghiano su ampio lido, e ne rimbombano le acque.” (Libro II, vv. 208-210) Qui, il tumulto dei Greci è paragonato al fragore delle onde che si infrangono sulla riva, enfatizzando il caos e l’energia dell’assemblea
I Troiani paragonati a uccelli: “I Troiani avanzavano con strepiti e clamore come uccelli.” Questo paragone evidenzia il rumore e la confusione dell’avanzata troiana, paragonandoli al chiasso degli uccelli in volo
Paride paragonato a un cavallo splendido: “Paride, simile a un cavallo splendido per cura e per cibo.” Questa similitudine mette in luce la bellezza e la prestanza di Paride, paragonandolo a un cavallo ben nutrito e curato
Ettore che si scaglia come un’aquila: “Ettore si scagliò come un’aquila dalle ali robuste.” Qui, l’impeto di Ettore in battaglia è paragonato all’assalto di un’aquila potente, sottolineando la sua ferocia e determinazione
L’uso sapiente di epiteti e similitudini da parte di Omero nell’Iliade non solo arricchisce la narrazione, ma offre anche al lettore immagini potenti e memorabili, rendendo il poema un capolavoro della letteratura epica.
Vedi anche:
- Proemio dell’Iliade: testo completo e analisi
- Proemio Iliade: parafrasi e riassunto
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