Friedrich Nietzsche (1844-1900) in “La Gaia Scienza” fa annunciare all’ “uomo folle” la “morte di dio” in pieno giorno quando gli uomini sono tutti concentrati nelle loro attività al mercato. L’ “uomo folle” accende una lanterna che rappresenta la luce con cui intende cercare il dio smarrito che poi dichiara morto, ucciso dagli uomini. La morte di dio non è che l’espressione dei valori della civiltà greco-occidentale basati sulla negazione degli istinti vitali e naturali e sull’affermazione dell’ascetismo e del distacco dalla realtà umana. Nella scienza si rispecchia questo antico procedimento della negazione della vita che sin dai tempi di Platone oppone la ricerca della verità alla ricerca della felicità. La verità è l’oggetto specifico della scienza che, in questo contesto, rappresenta la massima espressione della repressione dell’uomo ingabbiato nel raziocinio. La scienza, anzi, è l’espressione della sostituzione del dionisiaco con l’apollineo, della divinità naturale con la nuova divinità corrispondente all’assoluta verità. Questa scienza che pone la verità come espressione di dio, ha fallito ed al suo posto hanno trionfato, secondo l’ “uomo folle”, l’errore e la menzogna. Piuttosto che ricercare ciò che è utile alla vita dell’uomo, la scienza è diventata una fede cieca e metafisica in qualcosa di non pienamente umano. A questo scenario, Nietzsche oppone la scoperta della “gaia scienza” che sostituisce la leggerezza della danza alla presunta superiorità del raziocinio.
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