L’indicativo è il modo della certezza e della realtà, infatti individua ed esprime con chiarezza un determinato evento. Si divide in otto tempi: quattro semplici (presente, imperfetto, passato remoto, futuro semplice) e quattro composti (passato prossimo, trapassato prossimo, trapassato remoto, futuro anteriore).
Tempi semplici dell'Indicativo
Presente
Indica un evento, un’emozione, un fatto, ecc. che si verifica nel momento stesso in cui si parla o si scrive. Es. “Valentina dice a Paola: «Mi presti la tua matita?».
Viene usato anche in questi casi:
- PRESENTE EFFETTIVO: Per un’azione che si compie nel momento in cui si parla. “Giovanni mangia una mela”
- PRESENTE ITERATIVO: azione che si ripete abitualmente“Ogni mattina mi sveglio alle sette”.
- PRESENTE ATEMPORALE: per indicare un qualcosa che vale sempre: “La Terra ha la forma di un’ellissi”; “La legge è uguale per tutti”, ecc.
- PRESENTE STORICO: azione passata alla quale si vuole dare più vivacità soprattutto nella scrittura: “Nel 1861 l’Italia diventa una nazione unita”.
- Per indicare un futuro molto prossimo: “Domani vado a prendere il latte io”.
- PRESENTE LETTERARIO: quando si riportano citazioni. “Machiavelli ritiene che «il fine giustifica i mezzi».”
Imperfetto
Tempo che indica un’azione avvenuta nel passato ma che si prolunga nel tempo: “Da bambino mangiavo sempre molta cioccolata”.
Viene usato anche come:
- IMPERFETTO DESCRITTIVO: nelle descrizioni “La giornata era piovosa e non un raggio di sole si intravedeva tra le fitte nuvole”;
- IMPERFETTO ITERATIVO: ripetersi abituale di un’azione nel passato “Tutte le domeniche mio padre mi portava al parco a giocare”;
- IMPERFETTO DI CONTEMPORANEITÀ: indica un’azione nel passato assieme ad un’altra “Sognavo ad occhi aperti quando ad un tratto squillò il telefono”.
- IMPERFETTO STORICO: usato al posto del passato remoto quando un’azione è conclusa e le si vuole dare maggiore enfasi “Secondo la tradizione, l’Impero Romano d’Occidente finiva nel 476 d.c.”.
- IMPERFETTO DI CORTESIA O DESIDERATIVO: per richieste non autoritarie: “Volevo un kg di fragole”.
- Nelle cronache giornalistiche e nelle fiabe: “L’imputato abbassava lo sguardo di fronte al Giudice”; “C’era una volta”.
Passato Remoto
È il tempo che viene usato per indicare un’azione o un evento lontano nel tempo e che si è concluso. “I Visigoti saccheggiarono Roma nel 410 d.C.”.
Futuro semplice
Si usa per indicare un’azione o un evento che si devono ancora verificare quando si parla o si scrive. “Tra una settimana andrò a Foggia”.
Si usa anche:
- In caso di dubbio: “Sarà già andato al mercato?”
- In caso di concessione: “Sarà vero quello che dici, ma mi sembra di aver visto altro”
- In caso di ordine: “Farete silenzio finché lo dico io!”
- In caso di approssimazione: “Starà a Salerno sì e no dieci giorni”.
- Analisi grammaticale