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Individuo e società

L'individuo e la società in sociologia: teorie principali.

INDIVIDUO E SOCIETA’. La relazione che intercorre tra individuo e società è oggetto classico della riflessione sociologica. Ai suoi albori la sociologia, attraverso l’opera e il pensiero dei suoi padri fondatori, stabilisce in maniera univoca quello che doveva essere l’oggetto della disciplina, ovvero la società, indagata in maniera scientifica ed autonoma rispetto alle altre scienze. L’approfondimento del campo del sapere relativo all’individuo è affidato invece alla psicologia. Sebbene dunque l’accento del pensiero sociologico sembrerebbe essere posto in maniera quasi univoca sulla società piuttosto che sull’individuo, focalizzare l’attenzione e lo sguardo esclusivamente sulla società non è un’operazione possibile: individuo e società non possono essere considerati in maniera dicotomica come concetti separati ed autonomi e l’idea di individuo che agisce nella società in cui vive deve necessariamente essere presa in considerazione.

INDIVIDUO E SOCIETA’: LA TEORIA DI DURKHEIM. Tra i primi studiosi che si occupano del rapporto tra individuo e società occorre ricordare E.Durkheim (1858-1917) che, nel suo studio sul suicidio (1897) evidenzia come l’atto del suicidio non sia da collocare nell’individualità del soggetto quanto piuttosto nella società. Egli distingue tra suicidio egoistico, altruistico ed anomico. Il suicidio egoistico si realizza nel momento in cui l’individualità prevale sulla società, che non è più in grado, attraverso la sua coesione, di garantire al soggetto protezione. Il suicidio altruistico si realizza quando la società, attraverso un processo di identificazione, prevale sull’individualità, e il soggetto soccombe al suo peso. Il suicidio anomico si realizza invece in quelle fasi di transizione in cui cambiamenti strutturali della società impongono nuove regole, che tuttavia devono ancora definirsi. Attraverso questo studio si accenna dunque ad una stretta connessione tra individuo e società, proponendo l’idea che il suicidio si verifica nel momento in cui la società – con le sue regole e i suoi valori – e soprattutto con i vincoli che pone al soggetto, risulta assente.

INDIVIDUO E SOCIETA’: LA TEORIA DI WEBER. M. Weber (1864-1920) pone l’accento sull’azione sociale come oggetto della sociologia, che ha il compito di spiegarla e comprenderla. L’azione sociale deve essere studiata in relazione al senso attribuito all’azione stessa dall’individuo che la compie e dagli altri. Weber distingue quattro tipi di azione sociale: il primo tipo è razionale rispetto allo scopo, ovvero il soggetto agisce in base all’obiettivo che si è proposto di raggiungere; il secondo tipo è razionale rispetto al valore, ovvero l’azione è guidata da un principio di carattere etico, morale, religioso; il terzo tipo è definito affettivo, ovvero basato sullo stato emotivo di chi agisce; infine il quarto tipo è definito tradizionale e si basa su abitudini acquisite e consolidate nel tempo. Attraverso l’opera di Weber viene dunque focalizzata l’attenzione sull’agire del soggetto nel mondo sociale.
Tali intuizioni saranno riprese e approfondite da T.Parsons (1902- 1979) con la teoria volontaristica dell’azione sociale in cui l’individuo è riconosciuto come un soggetto agente che ha un fine da perseguire. L’azione del soggetto è inscritta nelle norme sociali che egli, attraverso il processo di socializzazione, ha interiorizzato. Sono quindi le norme sociali ad orientare l’azione del soggetto, che gode tuttavia di libertà d’azione entro queste stesse norme. Parsons evidenzia dunque come, a partire dalle azioni dei singoli, possa essere stabilita e mantenuta la coesione sociale.

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