Quel colore smorto che la paura aveva diffuso sul mio volto, quando avevo veduto
Virgilio tornare indietro, fece sparire più presto il pallore che da poco era apparso sul suo. Si arrestò attento come chi
cerca di percepire un suono; lo sguardo, infatti, non poteva portarlo a distinguere lontano attraverso laria buia e la densa
caligine. “Eppure dovremo vincere questa battaglia” prese a dire, “a meno che… (ma no, non è possibile). Tanto potente è
colei (Beatrice) che ci promise il suo aiuto: oh quanto mi preoccupa il ritardo di qualcuno! ” Mi accorsi facilmente come
Virgilio cancellasse il senso delle prime parole con quelle aggiunte in seguito, diverse dalle prime; ciò nonostante il suo
discorso mi diede timore, poiché io attribuivo alla frase non conclusa un significato forse peggiore di quello che aveva. “Nel
fondo della dolorosa voragine infernale avviene mai che discenda qualcuno del primo cerchio (il limbo), dove le anime hanno
come sola punizione la speranza (di vedere Dio) destinata a non realizzarsi mai ?” Feci questa domanda; e Virgilio mi rispose:
“Raramente avviene che qualcuno di noi faccia la strada che io sto percorrendo. E bensì vero che già unaltra volta fui
quaggiù, richiamato dagli scongiuri di quella crudele Eritone che faceva tornare le anime nei loro corpi, Da poco tempo il mio
corpo era privo dellanima, allorché costei mi fece entrare nella città di Dite, per fare uscire unanima del cerchio dove e
dannato Giuda. Quello è il posto più basso e più buio, e più lontano dal cielo che imprime il movimento alluniverso: conosco
bene il cammino; perciò rassicurati. Nella cosmologia della Commedia, il ciel che tutto gira è, rispetto alla terra, l’ultimo
dei nove cieli fisici. E’ chiamato Primo Mobile, perché da esso si trasmette il movimento a tutto il creato. Lacquitrino da
cui emana il grande fetore circonda tuttintorno la città dei dannati, nella quale non possiamo ormai entrare senza lotta. E
disse altre cose, ma non le ricordo; poiché lo sguardo mi aveva tutto portato verso lalta torre dalla cima arroventata, dove
allimprovviso si erano levate tutte nel medesimo istante tre furie infernali imbrattate di sangue, che avevano corpo e
atteggiamentodi donna, e portavano annodati intorno al corpo serpenti dacqua dintenso color verde; per capelli avevano
serpentelli e serpenti muniti di corna, che ne cingevano le spaventose teste, E Virgilio, che non aveva tardato a riconoscere
le ancelle della regina (Proserpina) dellinferno, mi disse: ” Ecco le implacabili Erinni. Dalla parte sinistra è Megera;
quella piangente, a destra, è Aletto: nel mezzo cè Tesifone”; ciò detto, tacque. Ciascuna si lacerava il petto con le unghie;
si percuotevano con le mani aperte e urlavano così forte, che per la paura mi strinsi a Virgilio. “Venga Medusa: cosi lo
faremo diventare di pietra” dicevano tutte quante guardando verso il basso: “fu male non punire nella persona di Teseo l
assalto (portato al regno delloltretomba). ” “Voltati e tieni gli occhi chiusi; poiché se Medusa appare e tu la vedessi, non
ti sarebbe più possibile tornare sulla terra. ” Così parlò Virgilio; ed egli stesso mi fece voltare, e non si accontentò che
io mi coprissi gli occhi con le mie mani, ma volle coprirmeli anche con le sue. O voi che avete le menti non ottenebrate,
contemplate linsegnamento che si nasconde sotto il velo dei versi misteriosi. E già si stava avvicinando sulla superficie
fangosa della palude un rumore fragoroso e terrificante, che faceva tremare sia luna che laltra riva dello Stige, non
diverso da quello di un vento reso violento dal calore delle masse daria (che trova sul suo cammino), il quale colpisce la
foresta e senza che nulla possa trattenerlo spezza i rami, li scaglia a terra e li trascina fuori (della selva); avanza
imponente, in una nuvola di polvere, e causa la fuga dei greggi e dei pastori. Virgilio mi liberò gli occhi (che erano coperti
dalle sue mani) e disse: “Dirigi adesso la forza del tuo sguardo sulla superficie schiumosa dellantica palude, verso quella
parte dove la nebbia è più molesta”. Come le rane allapparire della biscia, loro nemica, si disperdono tutte nel lacqua,
fino ad appiattirsi ognuna contro terra, così vidi innumerevoli dannati darsi alla fuga allavvicinarsi di qualcuno che
attraversava camminando lo Stige senza bagnarsi neppure le piante dei piedi. Allontanava dal suo viso la fitta nebbia,
muovendo spesso davanti a sé la mano sinistra; e sembrava infastidito soltanto da questa preoccupazione. Compresi facilmente
che era inviato dal cielo, e mi volsi a Virgilio; ed egli mi fece intendere con un cenno che dovevo restare tranquillo ed
inchinarmi davanti a lui. Ahi come mi sembrava pieno di sdegno! Giunse alla porta (di Dite) e, toccandola con una piccola
verga, la aprì senza incontrare alcun ostacolo. “O espulsi dal cielo, stirpe disprezzata”, prese a dire sullo spaventoso
limitare, ” da dove viene questa tracotanza che si raccoglie in voi? Perché vi opponete a quella volontà (la volontà di Dio) il
cui compimento non può mai essere ostacolato, e che più di una volta ha accresciuto il vostro dolore? A che serve opporsi ai
decreti divini ? Se ben ricordate, il vostro Cerbero, per questa ragione, ha tuttora privi di pelo la parte inferiore del muso
e il collo. ” Poi tornò indietro ripercorrendo il sozzo cammino, e non ci rivolse neppure una parola, ma assunse laspetto di
uno che è assillato e stimolato da una preoccupazione diversa da quella di colui che gli sta davanti; e noi ci incamminammo
verso la città, rassicurati dopo le sante parole da lui dette. Entrammo in essa senza incontrare opposizioni; e io, che
desideravo osservare lo stato delle cose contenute dentro quelle mura fortificate, non appena entrato, mi guardai dattorno; e
vidi da ogni parte una grande pianura colma di dolore e di supplizi crudeli. Come ad Arles, dove la corrente del Rodano
(sfociando nel mare) si arresta, e come a Pola, presso il golfo del Quarnaro che delimita lItalia e ne bagna i confini, le
tombe rendono tutto il terreno vario, così facevano qui in qualsiasi punto, solo che la forma della sepoltura era più
angosciosa; poichè fra i sepolcri erano sparse fiamme, a causa delle quali erano tanto roventi, che nessunarte (di fabbro)
chiede che il ferro lo sia di più. Le pietre tombali erano tutte sollevate, e uscivano dai sepolcri lamenti così disperati, che
parevano davvero (lamenti) di infelici e di suppliziati. E io: “Maestro, quali sono quelle turbe che sepolte dentro quelle
tombe, si fanno udire attraverso i loro dolorosi gemiti ? ” E Virgilio: “Qui si trovano i capi di eresie con i loro seguaci, di
ogni setta, e i sepolcri sono molto più pieni di quanto tu creda. I seguaci di una stessa eresia sono sepolti insieme, e i
monumenti sepolcrali sono ora più ora meno caldi”. E dopo essersi volto a destra, ci incamminammo fra il luogo dei supplizi e
le alte mura.
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