“Papé Satàn, papé Satàn aleppe!” prese a gridare Pluto con voce
rauca; e quel nobile saggio (Virgilio), dalla sconfinata dottrina, per rincuorarmi così mi parlò: “Il tuo spavento non ti
arrechi danno; infatti, per quanto egli sia potente, non ci impedirà di scendere (dal terzo al quarto cerchio) per questo
dirupo. Quindi, rivolto verso quel tumido volto, disse: “Taci, maledetto demonio: struggiti internamente per la rabbia. Non
senza motivo è la nostra andata nella voragine infernale: così si vuole nel cielo, là dove larcangelo Michele punì l
orgogliosa ribellione (di Lucifero e dei suoi seguaci)”. Come le vele gonfiate dal vento cadono (confusamente) avviluppate, se
lalbero della nave si spezza, così piombò a terra il mostro malvagio. Scendemmo in tal modo nella quarta fossa, percorrendo un
altro tratto della china dolorosa che contiene tutto il male delluniverso. Ahimè, giustizia di Dio! chi mai ammassa tanti
inimmaginabili supplizi e dolori, quanti io ne vidi? e perché lumana colpa a tal punto ci strazia ? Come (nello stretto di
Messina) presso Cariddi le onde (del mar Ionio) si infrangono cozzando contro quelle del mar Tirreno, così necessariamente
avviene che qui le turbe ballino. Qui vidi una moltitudine più numerosa che in altri luoghi, la quale provenendo dalluno e
dallaltro lato del cerchio rotolava pesi, spingendoli col petto ed emettendo alti lamenti. (Incontrandosi) cozzavano gli uni
contro gli altri; e poi, in quello stesso punto, ognuno si volgeva indietro, rivoltando (anche il suo peso), e urlava: “Perché
conservi? ” e “Perché sperperi ? ” In tal maniera tornavano indietro attraverso il cerchio tenebroso da entrambe le direzioni
fino al punto diametralmente opposto, gridandosi di nuovo (anche) il loro ritornello ingiurioso; poi, una volta qui arrivato,
ciascuno tornava indietro, ripercorrendo il suo semicerchio fino allo scontro successivo. E io, che mi sentivo quasi turbato,
dissi: “Maestro, spiegami ora quale moltitudine è questa, e se costoro che sono alla nostra sinistra e hanno la tonsura, furono
tutti ecclesiastici “. Ed egli: “Tutti quanti ebbero la mente così ottenebrata durante la vita in terra (la vita primaia: la
prima vita), che non fecero alcuna spesa misuratamente. Le loro parole lo dichiarano abbastanza esplicitamente, allorché
giungono nei due punti del cerchio dove i loro opposti peccati li separano. Questi, che portano la tonsura, furono
ecclesiastici, e papi e cardinali, nei quali lavarizia si manifestò in modo eccessivo”. E io: “Fra costoro, maestro, dovrei
certo riconoscere qualcuno che si macchiò di queste colpe”. E Virgilio: “Accogli nella tua mente un pensiero assurdo: la
dissennata vita che li rese turpi, li rende ora oscuri ad ogni tentativo di riconoscerli. Per leternità accorreranno ai due
punti per scontrarsi: gli uni risorgeranno dalla tomba coi pugni chiusi, gli altri con i capelli recisi. Lo spendere e il
risparmiare in misura smodata li ha privati del paradiso, e condannati a questa mischia: per farti capire di qual genere essa
sia, non cè bisogno che io ladorni di belle parole. Puoi ora vedere, figlio, quanto sia breve linganno dei beni che sono
affidati alla Fortuna, per i quali il genere umano si accapiglia; poiché tutte le ricchezze che sono e furono sulla terra, non
potrebbero dar pace neppure a una sola di queste anime affaticate “.
” Maestro “, dissi a Virgilio, ” spiegami ancora:
questa Fortuna, di cui tu mi fai cenno, cosè mai, per poter tenere così tra i suoi artigli i beni della terra? ” E Virgilio:
“O esseri stolti, quanto grande è lignoranza che vi arreca danno! Voglio dunque che tu accolga la mia spiegazione (come il
bambino riceve in bocca il cibo ). Dio, la cui sapienza oltrepassa ogni realtà, creò i cieli e assegnò a ciascuno di loro una
guida in modo che ogni gerarchia angelica trasmette la luce al suo cielo, distribuendola equamente: allo stesso modo prepose a
tutte le glorie del mondo una guida che le amministrasse tutte e che trasferisse a tempo debito i beni perituri da un popolo
allaltro e da una stirpe allaltra, senza che la previdenza degli uomini potesse a lei opporsi; per questo una nazione domina,
mentre unaltra si indebolisce, secondo la decisione da lei presa, decisione che resta nascosta come il serpente nellerba. L
accortezza degli uomini non può contrastare con lei: essa predispone, valuta (le opportunità), e svolge da regina il suo
incarico come le intelligenze angeliche svolgono il loro. I cambiamenti da essa causati si succedono senza sosta: il suo dovere
verso Dio lobbliga ad operare rapidamente; perciò avviene spesso che qualcuno muti il proprio stato. Questa è colei che tanto
è avversata anche da coloro che dovrebbero elogiarla, laddove invece la biasimano ingiustamente e la denigrano; ma essa se ne
sta beata e non li ascolta: serena, insieme alle intelligenze angeliche, governa il moto della sua sfera e gode della sua
beatitudine. Ma è tempo di scendere ormai verso un dolore più grande; già ogni stella che, quando venni in tuo aiuto, saliva in
cielo, tramonta e non ci è concesso un lungo indugio “. Attraversammo il cerchio fino al margine opposto, allaltezza di una
sorgente che ribolle e si riversa in un fossato che da essa deriva. Lacqua era più nera che livida; e noi, insieme alle onde
torbide, scendemmo nel cerchio quinto attraverso un cammino malagevole. Questo triste ruscello sfocia nella palude chiamata
Stige, dopo essere sceso fino alla base dei crudeli e foschi dirupi. Ed io, che ero intento a guardare, vidi in quella palude
moltitudini imbrattate di fango, tutte nude, con lespressione crucciata. Questi peccatori si colpivano lun laltro non solo
con le mani, ma con la testa e col petto e coi piedi, e si dilaniavano a pezzo a pezzo coi denti. Virgilio disse: “Figlio, puoi
ora vedere gli spiriti di coloro che furono sopraffatti dallira; e voglio che tu inoltre sappia che sotto il pelo dellacqua
vi sono dannati che sospirano, e fanno gorgogliare questacqua alla superficie, come puoi vedere, da qualunque parte tu guardi.
Immersi nella fanghiglia, dicono: “Fummo malinconici nellaria dolce allietata dal sole, portando nel nostro animo la caligine
dellaccidia: ora ci addoloriamo nella nera melma”. Si gorgogliano questo lamento (inno: qui in senso ironico) in gola, perché
non lo possono pronunciare con parole chiare e complete”. Costeggiammo così per lungo tratto la sozza palude, tenendoci tra il
pendio asciutto e la melma, con lo sguardo rivolto a coloro che ingurgitano fango: giungemmo alla fine alla base duna
torre.
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