Inferno: Parafrasi XVI Canto - Studentville

Inferno: Parafrasi XVI Canto

Parafrasi

Mi trovavo già in un luogo dal quale si udiva il fragore

dell’acqua (del fiumicello) che precipitava nel cerchio seguente, simile a quel ronzio cupo che producono gli

alveari,
allorché tre ombre si staccarono contemporaneamente, correndo, da una schiera che passava sotto la pioggia del

crudele supplizio.
Venivano verso di noi, e ciascuna gridava: ” Fermati tu che dall’abito ci sembri essere uno della nostra

città malvagia “.
Ahimè, quali ferite recenti e antiche, aperte dalle fiamme, vidi nelle loro membra! Ne provo ancora dolore

soltanto a ricordarmene.
Alle loro grida Virgilio fermò la propria attenzione; volse il viso verso di me, e disse: ”

Aspetta: bisogna essere cortesi con costoro.
E se non fosse per le fiamme che la natura del luogo scaglia, direi che

converrebbe a te più che a loro l’affrettarsi “.
Non appena ci fummo fermati, essi ripresero (a muoversi) nel solito modo; e

quando furono giunti presso di noi, si disposero in cerchio tutti e tre,
come sono soliti fare i lottatori nudi e unti, nel

momento in cui cercano con gli occhi la presa più vantaggiosa, prima di colpirsi e ferirsi a vicenda;
e così girando,

ciascuno volgeva il viso verso di me, in modo che il collo si muoveva continuamente in direzione opposta a quella dei

piedi.
E ” Se la triste condizione di questo luogo sabbioso e il nostro aspetto annerito e devastato rendono spregevoli noi

e le nostre preghiere” cominciò uno di essi
” la nostra fama induca il tuo animo a dirci chi sei tu, che così immune da

tormenti cammini ancora vivo nell’inferno.
Questo, di cui mi vedi calpestare le orme, benché cammini nudo e spellato, fu di

condizione più elevata di quanto tu possa credere:
fu nipote della virtuosa Gualdrada; ebbe nome Guido Guerra, e nella sua

vita si distinse per ingegno e valore,
Se io fossi stato al riparo dal fuoco, mi sarei lanciato di sotto in mezzo a loro, e

credo che Virgilio lo avrebbe permesso;
ma poiché sarei stato arso dalle fiamme, il timore prevalse sul mio lodevole

desiderio che mi rendeva bramoso di abbracciarli.
Poi cominciai: “La condizione nella quale vi trovate non ha suscitato in

me disprezzo, ma un dolore tanto grande che passerà molto tempo prima che io me ne liberi completamente,
allorché Virgilio

mi disse parole dalle quali argomentai che si avvicinassero anime grandi quali voi siete.
Appartengo alla vostra città, e

ho sempre appreso e ascoltato le vostre opere e i vostri nomi onorati con commozione.
Lascio l’amarezza del peccato e mi

dirigo verso i dolci frutti del bene a me promessi dalla mia guida (Virgilio) veritiera; ma occorre che io precipiti prima fino

al centro (della terra) “.
“Possa tu vivere a lungo” rispose ancora quello, ” e la tua fama risplendere dopo la tua morte,

ma di’ se nella nostra città abitano ancora cortesia e valore così come solevano, o se sono completamente scomparsi;

poiché Guglielmo Borsiere, il quale da poco soffre qui con noi, e cammina là con i compagni, ci addolora molto con le sue

parole.”
” La gente nuova (pervenuta di recente alle cariche politiche e arrivata in gran parte dal contado) e gli

improvvisi guadagni hanno prodotto superbia e sfrenatezza, in te, Firenze, tanto che già te ne duoli.”
Così gridai a testa

alta; e i tre, che interpretarono queste parole come una risposta, si guardarono l’un l’altro come ci si guarda quando si ode

una verità (che rattrista).
” Se ti costa sempre così poco sforzo ” risposero tutti ” accontentare gli altri, te fortunato

se riesci ad esprimerti così bene !
Perciò, possa tu scampare a questi luoghi oscuri e tornare a rivedere le belle stelle,

quando ti sarà dolce dire “Io fui (nell’inferno)”,
(in nome di questo augurio) fa in modo di parlare alla gente di noi. ”

Quindi ruppero il cerchio, e le loro agili gambe sembrarono ali nel fuggire.
Non si sarebbe potuto pronunciare un amen così

rapidamente come essi sparirono; e perciò Virgilio giudicò opportuno che ci allontanassimo.
lo lo seguivo, ed avevamo

percorso poco cammino, quando il fragore dell’acqua ci fu così vicino, che se avessimo parlato ci saremmo uditi appena.

Come quel fiume che, per primo (per chi guarda) dal Monviso verso levante, ha (tra i fiumi che nascono) dal versante

sinistro dell’Appennino, un corso interamente suo,
il quale nella parte superiore si chiama Acquacheta, prima di scendere

nel suo alveo in pianura, e a Forlì non ha più quel nome
rimbomba sopra San Benedetto dell’Alpe per il fatto che precipita

attraverso una sola cascata ove dovrebbe essere ricevuto da mille (cascate),
così trovammo che rimbombava quell’acqua

oscura, riversandosi attraverso un pendio ripido, in modo tale che avrebbe in poco tempo danneggiato l’udito.
Io avevo una

corda legata intorno (ai fianchi), e con essa avevo pensato una volta di catturare la lonza dal manto screziato.
Dopo

essermi completamente slegato, così come mi aveva ordinato Virgilio, gliela porsi stretta e avvolta.
Per cui egli si volse

verso destra, e la gettò giù in quel profondo precipizio alquanto lontano dalla sponda.
” Eppure occorre che qualcosa di

nuovo appaia ” dicevo fra me stesso ” in risposta al segnale inusitato che Vìrgìlio segue con lo sguardo così attentamente. ”

Ahi quanto prudenti devono essere gli uommi davanti a coloro che non vedono soltanto le azioni, ma penetrano con l’

inteffigenza dentro i pensieri !
Egli mi disse: ” Fra poco salirà ciò che attendo e che il tuo pensiero confusamente

immagina : fra poco dovrà apparire alla tua vista “.
L’uomo deve sempre tacere, finché può, quella verità che ha apparenza

di menzogna (per il fatto che è incredibile), poiché essa, senza che egli ne abbia colpa, lo pone nella condizione di

vergognarsi;
ma a questo punto non posso tacere (la verità); e sui versi di questa commedia, o lettore, ti giuro, così

possano essi non essere privi di accoglienza gradita che duri a lungo,
che vidi attraverso quell’aria densa e tenebrosa

venire nuotando verso l’alto una figura, tale da destare sgomento in ogni animo forte,
così come torna alla superficie

colui che scende talvolta a disincagliare l’ancora impigliata o in uno scoglio o in altra cosa chiusa nel mare,
il quale si

tende nella parte superiore del corpo, e si rattrappisce in quella inferiore.

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