Interventismo in Italia nella Seconda Guerra Mondiale
L’Italia, al momento della dichiarazione di guerra, si dichiarò paese non belligerante. Mussolini, però, decise di prendere parte al conflitto nel giugno del 1940, in seguito alla caduta di Parigi per mano dei Tedeschi. Il duce inviò subito un esercito a combattere contro la Francia sul fronte alpino, ma quest’atto fu un errore perché i Francesi già avevano firmato l’armistizio con la Germania. L’esercito italiano, dunque, si limitò a una parziale penetrazione in territorio francese. Mussolini, in seguito, progettò di attuare una “guerra parallela” a quella tedesca contro la Gran Bretagna, con lo scopo di tenere questa nazione impegnata su tre fronti: nel Mediterraneo, in Africa settentrionale e in Africa orientale. Purtroppo, però, l’esercito italiano non riuscì a sconfiggere da solo la Gran Bretagna: Hitler fu costretto a mandare il suo esercito in aiuto dell’Italia e solo così la Gran Bretagna fu messa in difficoltà.
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