Plato tantum apud Dionysium auctoritate potuit valuitque eloquentia, ut ei persuaserit tyrannidis facere finem libertatemque reddere Syracusanis.
A qua voluntate consilium Philisti historici, hominis magis tyranno quam tyrannis amici,Dionysium deterruit aliquantoque crudelior ille esse coepit.
cum tyrranus intellexisset Dionem, propinquum suum, superiorem esse ingenio, auctoritate, amore popoli,statuit opprimere clarum innocentemque virum. Quare ei navem triremen dedit,ut Corinthum peteret, ostendes se id utriusque facere causa,ne, cum inter se timerent, alteruter alterum praeoccuparet.
Versione tradotta
Platone ebbe tanta influenza in autorità presso Dionigi e tanto brillò per eloquenza, che lo persuase a porre fine alla tirannide e a restituire la libertà ai Siracusani. Distolse Dionigi da questa intenzione il consiglio dello storico Filisto, uomo amico più del tiranno che dei tiranni, e quello cominciò ad essere alquanto più feroce.
Avendo il tiranno capito che Dione , suo parente, era superiore per intelligenza, prestigio, e affetto del popolo, decise di uccidere un uomo illustre e senza colpe. Perciò gli concesse una trireme, per dirigersi a Corinto, mostrando che faceva ciò per entrambi, affinchè non si sorprendessero l'un l'altro, poichè si temevano.
- Letteratura Latina
- Versioni di Catone
- Cornelio Nepote