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Italia: aspetti fisici ed economici

Aspetti fisici ed economici dell'italia: mari, coste golfi, isole e penisole e le caratteristiche di allevamento, agricoltura e pesca in Italia.

Italia: aspetti fisici ed economici della nostra penisola

MARI, COSTE, GOLFI, ISOLE E PENISOLE

Il mare che bagna la penisola italiana è il mar Mediterraneo, che è articolato in cinque bacini minori tra loro collegati: il mar Ligure, il mare di Sardegna, il mar Tirreno, il mar Ionio, il mare Adriatico. Ciascuno di questi mari presenta caratteristiche diverse di profondità, salinità, temperatura, attività di modellamento sulle coste, correnti, maree.

L’alta salinità media dei mari italiani deriva essenzialmente da tre motivi:

  • la forte evaporazione (la temperatura esterna, sull’Italia, è abbastanza alta, soprattutto d’estate; l’acqua evapora, ma i sali no: si ha così un’alta percentuale di questi ultimi)
  • le scarse acque dolci portate dai fiumi
  • le piogge poco copiose (essendo l’acqua piovana non salata, se piovesse molto, la salinità diminuirebbe)

La temperatura dell’acqua varia a seconda delle stagioni: al largo, lontano dalle coste, in superficie
misura, in inverno, 13-14° C, in estate 24-25° C; via via che si scende in profondità varia sempre
meno.

Le correnti e le maree hanno una modesta importanza nei mari italiani.
Il mar Ligure è il più piccolo dei mari italiani. È delimitato a nord dal grande arco delle coste liguri
e a sud-est dalla piattaforma sottomarina da cui emergono l’Arcipelago Toscano e la Corsica. Il
litorale è riparato dai venti freddi del Nord dalla cerchia di monti alpini e appenninici e ha clima
abbastanza mite. In Liguria la vicinanza dei monti al mare ha determinato la presenza di coste molto
frastagliate, spesso alte e rocciose, e di corsi d’acqua brevi e irregolari. La costa è divisa in due parti
dal grande golfo di Genova e dal relativo porto.

Il mare di Sardegna si estende tra le coste occidentali dell’isola omonima e le isole Baleari;
comunica a nord-est con il mar Tirreno attraverso le Bocche di Bonifacio. Il litorale gode di un
clima mite, con piogge scarse; soprattutto in inverno, è frequente il maestrale. Le coste sono molto
frastagliate, ricche di promontori, istmi e golfi.

  • Il mar Tirreno è delimitato dalle isole di Corsica e Sardegna a ovest e di Sicilia a sud, ed è in diretta comunicazione con il Mediterraneo a sud-ovest. La costa tirrenica ha diverso aspetto a seconda che le pendici dell’Appennino siano lontane o vicine al mare: nel primo tratto è bassa e sabbiosa, con grandi arenili uniformi; nel secondo tratto la costa diventa rocciosa, frastagliata e alta, spesso spezzata da insenature e golfi
  • Il mar Adriatico è compreso tra le coste italiane a ovest e quelle slave a est; comunica con il mar Ionio a sud attraverso il Canale di Otranto. Le coste adriatiche sono generalmente basse e uniformi, con due sole sporgenze principali: il monte Conero e il promontorio del Gargano.
  • Il mar Ionio è compreso tra le coste orientali della Calabria e della Sicilia e quelle occidentali dell’estremità della penisola balcanica, aperto a sud verso il Mediterraneo. Le sue coste sono prevalentemente rocciose in Calabria; divengono invece basse e sabbiose a est del golfo di Taranto, nella penisola salentina.
  • Il mar Mediterraneo bagna l’Europa meridionale, parte dell’Asia occidentale e l’intera costa dell’Africa settentrionale.

In linea generale le caratteristiche dei mari italiani sono anche quelle generali del mar Mediterraneo:

  • mare in media non molto profondo
  • salinità e temperatura media piuttosto elevate
  • una discreta trasparenza (tranne che lungo le coste particolarmente colpite dall’inquinamento)
  • deboli correnti e scarse maree

Il Mediterraneo è un mare che gli studiosi definiscono «chiuso»; infatti ha solo tre sbocchi:

  • lo Stretto di Gibilterra, verso l’oceano Atlantico
  • il passaggio costituito dal Canale del Bosforo e dallo Stretto dei Dardanelli, verso il mar Nero
  • il Canale di Suez, verso il mar Rosso

Proprio per la sua caratteristica di mare chiuso, il Mediterraneo è stato un ambiente molto
favorevole al sorgere e allo svilupparsi di incontri tra popoli diversi, di scambi di cultura e di merci.
Distanze fra costa e costa non molto elevate, numerose possibilità di approdi, presenza di insenature e porti naturali, assenza di forti correnti, temperatura mite delle acque, scarsità di piogge, prevalenti condizioni di mare calmo e quasi totale assenza di condizioni meteorologiche difficili: tutto ciò, sin dai tempi più antichi, ha reso possibile la navigazione, l’esplorazione.
Sulle rive del mar Mediterraneo sono nate e si sono sviluppate alcune delle più grandi civiltà nella storia dell’uomo (quella egizia, quella greca, quella romana).
 

ISOLE

Tra le isole italiane: la Sicilia, la Sardegna e la Corsica (che appartiene politicamente alla
Francia) e altre isole minori (circa 200) per lo più raggruppate in arcipelaghi: l’Arcipelago Toscano
(che comprende, tra le altre, l’isola d’Elba); gli arcipelaghi delle Eolie e delle Egadi (presso le coste
della Sicilia); le isole Pelagie (a sud della Sicilia); le isole Tremiti (al largo delle coste del Molise e
del Gargano); le isole costiere sarde.

Diverse per grandezza e per età, le isole italiane hanno anche avuto origini diverse: la Sardegna e la Corsica sono emerse dal mare indipendentemente dal resto dell’Italia; molte isole minori sono nate a seguito di eruzioni di antichi vulcani sottomarini (ad esempio le Eolie, Ischia, Pantelleria).
Comune a tutte, invece, è il deciso contrasto fra le zone delle coste, affacciate sul mare, quindi più
umide, e quelle interne, che hanno un clima molto più asciutto.

AGRICOLTURA, ALLEVAMENTO E PESCA

Si tratta delle attività che per prime fornirono all’uomo il cibo necessario alla sua sopravvivenza.

AGRICOLTURA

I lavoratori occupati in agricoltura sono in diminuzione perché si usano sempre più le macchine agricole, in grado di svolgere in poco tempo il lavoro di molte persone, e sono migliorati i sistemi di coltivazione.
Un tempo, gran parte dei contadini praticava un’agricoltura di sussistenza, cioè coltivava vari tipi di
piante, producendo quanto era necessario per sé e per la propria famiglia, e vendendo solo il poco
che avanzava. Oggi gran parte dei contadini produce soprattutto per vendere i propri prodotti,
coltivando i terreni in base alle richieste del mercato e, se possibile, le specie di piante che
assicurano i maggiori guadagni.

Anche i modi di coltivare sono vari:

  • al Nord e al Centro prevale l’agricoltura intensiva, in cui il terreno, anche se non molto esteso, è sfruttato al massimo per ottenere raccolti abbondanti, utilizzando macchinari, fertilizzanti e tutte le moderne tecniche agricole
  • nel Sud prevale l’agricoltura estensiva, con terreni poco sfruttati e spesso coltivati senza l’aiuto di macchinari e fertilizzanti, o lasciati a pascolo
  • nelle aree di bassa collina, con pendii dolci, dove un tempo era praticata un’agricoltura promiscua (mista, in cui si coltivano diverse specie di piante), oggi prevale un’agricoltura specializzata, basata sulla coltivazione di una sola o di poche specie di piante; si ottengono così raccolti abbondanti e di qualità

Base dell’agricoltura italiana sono i cereali: soprattutto il grano (o frumento), il granoturco (o
mais), il riso. Sono colture tipicamente italiane vite e ulivo. La frutta ha una grande diffusione e
importanza.

Le colture industriali sono tutti i prodotti che vengono trasformati dalle industrie alimentari: ad
esempio la barbabietola da zucchero (trasformata in zucchero negli zuccherifici), il tabacco
(trasformato in sigarette e sigari), la canapa, il lino (trasformati in filati, in tessuti e in abiti
nell’industria dell’abbigliamento). Tra le colture industriali è compresa anche la floricoltura.
 

ALLEVAMENTO

Con lo sviluppo dell’industrializzazione e il crescente benessere che ne è derivato,
è aumentata la domanda di carni. Ciò ha determinato lo sviluppo dell’allevamento del bestiame (o
zootecnia), soprattutto di bovini e suini, ma anche di ovini, caprini, conigli e volatili.
L’allevamento di bovini è concentrato nella Pianura Padana. L’allevamento dei suini è ormai per lo
più praticato su scala industriale; è diffuso soprattutto in Lombardia e in Emilia-Romagna.

L’allevamento di ovini e caprini è diffuso nelle zone appenniniche interne e nelle isole, cioè dove i
pascoli sono più magri, per cui nelle zone appenniniche dell’Italia centrale e meridionale si ricorre
ancora, anche se in misura ridotta rispetto al passato, al trasferimento stagionale delle greggi
(transumanza): all’inizio dell’estate dalla pianura ai pascoli più alti; in autunno dalla montagna alla
pianura. La transumanza è praticata, sia pure in scala ridotta, in alcune località alpine e prealpine
della Valle d’Aosta, del Piemonte, della Svizzera italiana; inoltre, in Molise, Abruzzo, Puglia, Lazio
e Sardegna.
 

PESCA

La pesca è una delle prime attività che l’uomo ha praticato per procurarsi il cibo. In Italia,
nonostante la presenza del mare, le antiche tradizione marinare e il fatto che gran parte della
popolazione viva lungo le coste, non esiste una grande attività di pesca per varie cause.
La pesca italiana è praticata per lo più lungo le coste e nel troppo sfruttato Mediterraneo, dove si
pescano soprattutto alici, sarde, sgombri, calamari, polpi, seppie e crostacei. Poche navi pescano
nell’Atlantico e nel Pacifico, in cui l’attività peschereccia è più produttiva.

Il pescato italiano è modesto essenzialmente per la scarsa pescosità del Mediterraneo: temperatura e salinità dell’acqua, relativamente alte, non favoriscono la riproduzione del pesce; aggrava
ulteriormente la situazione l’inquinamento.
Di scarsa importanza è anche la pesca nelle acque interne (fiumi e laghi).
 

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