Il primo scrittore che si sia occupato degli specifici problemi di convivenza fra sudtirolesi di lingua tedesca e altoatesini di lingua italiana e delle contraddizioni da cui è attraversata una comunità che non ha mai accettato di essere italianizzata è Josef Zoderer.
Zoderer è nato e residente proprio nella zona di confine, è italiano anche se scrive in tedesco.
I suoi libri hanno riscosso un grande successo di pubblico e di critica in Germania, ma in Italia non sono mai stati tradotti e il suo nome è quasi sconosciuto. Eppure, come è già accaduto in altri paesi, Zoderer si prospetta come un caso letterario anche da noi, soprattutto perché la cosa ci riguarda da vicino.
La protagonista de "L’Italiana" è una donna che lascia la città in cui da ragazza è andata a vivere con la madre per tornare al paese sui monti dell’Alto Adige in occasione dei funerali del padre, il vecchio maestro di scuola morto alcolizzato deluso nelle sue speranze di poter un giorno realizzare il sogno di abbandonare per sempre quel mondo così grezzo. Nei tre giorni passati a casa, Olga scopre di essere ormai un estranea fra quei contadini che, pur conoscendola fin da piccola, quasi non la guardano più in faccia, tanto forte è il disprezzo per un persona che non è più dei loro, che li ha traditi andando ad abitare giù a valle, e per di più, insieme a un Walscher, un "italiano". Senonché, come si apprende dalle sue riflessioni intorno alla propria vita, Olga si sente un estranea anche fra gli italiani, dove ha l0’impresione di essere soltanto un ospite benevolmente tollerato, tanto più gradevole e divertente, con quei suoi mezzi espressivi limitati, quanto più inadeguata e incompresa ai suoi stessi occhi. Così, di notte, accanto a Silvano, si tormenta a chiedersi: chi sono? cosa faccio? A che luogo appartengo? E inoltre: cosa vuol dire Heimat? Quella parola sempre sulla bocca dei suoi vecchi compaesani, tanto orgogliosi di essere rimasti fedeli alla loro patria, alla loro terra, ma che non esitano a rovinarla costruendo alberghi e skilift per i villeggianti.
Al banchetto funebre, quando i contadini la lasciano quasi sola fra i lunghi tavoli apparecchiati, ammucchiandosi a loro volta intorno al bancone a bere e vociare, Olga capisce che la via del ritorno al paese, agli anni d’infanzia, è ormai sbarrata.
Sullo sfondo delle tensioni e delle contraddizioni che attraversano la zone di confine che è appunto l’Alto Adige, "L’italiana" è il ritratto lucido e asciutto di una donna che, appartenente per un verso al mondo germanico, per un altro a quello italiano, alla fine si trova letteralmente "spaesata"
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