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Karl Jaspers Dopo le drammatiche vicende della prima guerra mondiale, in Europa venne affermandosi l’indirizzo filosofico dell’esistenzialismo, il cui tema centrale é l’analisi dell’esistenza, intesa come modo di essere specifico dell’uomo: questo modo di essere ha i caratteri della finitudine e della problematicità, dal momento che é legato costitutivamente alla possibilità di realizzare se stessi o di perdersi. In quest’ambito rientra la figura del filosofo Karl Jaspers, ben lungi dalle posizioni ottimistiche di molte filosofie del secolo precedente; nato a Oldenburg (Germania) nel 1883, iniziò a studiare giurisprudenza, ma, deluso, passò a medicina e nel 1909 si laureò, specializzandosi in psicologia e psichiatria. Fra il 1908 e il 1915 lavorò in una clinica psichiatrica a Heidelberg e nel 1913 pubblicò un trattato di Psicopatologia generale : nel 1916 conseguì la cattedra di Psicologia nell’università di Heidelberg. Nel 1919 pubblicò la Psicologia delle visioni del mondo , il primo vero documento dell’esistenzialismo. Ma l’opera più importante di Jaspers, frutto del suo insegnamento a Heidelberg, é quella in tre volumi, intitolata Filosofia e pubblicata nel 1931. In alcune lezioni tenute a Groninga e a Francoforte, poi raccolte nei volumi Ragione ed esistenza (1935) e Filosofia dell’esistenza (1938), egli cominciò a formulare le linee delle ricerche che avrebbe proseguito nel dopoguerra. Jaspers non fu immediatamente ostile al partito nazionalsocialista, ma ne prese progressivamente le distanze, fino a dover rinunciare, nel 1938, all’insegnamento per via di sua moglie ebrea. Alla fine della guerra, riprese la sua cattedra a Heidelberg, con un corso in cui affrontava la questione della colpa della Germania: nel Gennaio del 1945, infatti, l’esule Thomas Mann aveva chiamato il popolo tedesco a prendere coscienza della colpa imperdonabile della Germania nei confronti dell’umanità. Fino al termine della sua esistenza Jaspers tornerà incessantemente a discutere i gravi problemi del presente, come nello scritto La bomba atomica e il futuro dell’umanità (1958). Nel 1947 egli pubblicò il primo volume di un vasto progetto rimasto incompiuto di ‘logica filosofica’, intitolato Sulla verità ; un altro scritto importantissimo, La fede filosofica , fu pubblicato l’anno seguente (1948), quando Jaspers lasciò la Germania per recarsi ad insegnare in Svizzera, a Basilea, dove lo colse la morte nel 1969. L’iniziale esperienza psichiatrica mise Jaspers di fronte alle possibilità negative dell’esistenza umana, sollevando il problema di che cosa l’uomo possa essere e che cosa possa fare. Nella Psicologia delle visioni del mondo , influenzato sia dalla ‘psicologia comprendente’ di Dilthey, sia dal metodo fenomenologico di Husserl, egli costruì un quadro tipologico delle possibili visioni del mondo ( Weltanschauungen )che presiedono ai modi dell’esistenza umana. Poi Jaspers rifiuterà la forma di quest’opera, che si presenta come una descrizione psicologica obiettiva, un accertamento empirico dei dati di fatto e delle leggi che stanno alla base della vita psichica; ma per quel che riguarda i contenuti, essa era già orientata, ad avviso di Jaspers, verso l’obiettivo più propriamente filosofico di una chiarificazione dell’esistenza . In essa infatti agiva l’influenza di Kierkegaard, letto da Jaspers soprattutto durante gli anni della guerra: anche se rifiutò sempre le conseguenze negative del pensiero di Kierkegaard, che finivano per rinchiudere l’individuo in se stesso, Jaspers ritenne che Kierkegaard gli avesse insegnato ‘ che cosa può essere la filosofia oggi ‘. Jaspers intese la filosofia come connessione ordinata di pensieri e non come un procedere per aforismi, ma fu sempre contrario a concepirla come costruzione di un sistema. La filosofia non é un’attività disinteressata, che aspira solo alla conoscenza delle cose del mondo, ma é una forma di pensiero che include necessariamente il riferimento a se stessi e alla propria situazione e tr (segue nel file da scaricare)
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