L’IDEALE E LE FORME EDUCATIVE ELLA PAIDEIA GRECA. La paideia. La parola paideia racchiude in sé l’ideale greco della formazione dell’uomo. Nel suo significato originario il termine sta ad indicare “educazione”, ma questa accezione andrà arricchendosi fino ad intendere il senso più globale di “formazione umana”. L’uomo è al centro della civiltà greca, ma bisogna prestare attenzione: l’uomo greco non è concepito se non in relazione alla polis. E’ dunque al soggetto che vive nella polis che l’educazione greca è rivolta. Il legame tra individuo e comunità si presenta come inscindibile per tutto il corso della storia greca e l’educazione risulta, in ultima analisi, finalizzata al bene dello Stato.
Poeti e tragici. La forma educativa prevalente nella Grecia arcaica si declinava principalmente nella relazione tra maestro e allievo. Dall’VIII al V secolo a.C. furono i poeti e i tragici a proporre, attraverso le loro opere, ideali educativi ritenuti fondamentali. Attraverso la trasmissione orale e le rappresentazioni delle loro opere fu inoltre possibile diffondere i valori eroici e le virtù alle quali si ispiravano. Il concetto di aretè, ovvero virtù, è in questo momento dominante rispetto al concetto stesso di paideia.
L’aretè determina il valore dell’uomo e della sua azione, include tutte le qualità e i requisiti che gli consentono il successo ed è propria dei nobili di stirpe.
I Sofisti. I sofisti sono stati i primi a praticare l’insegnamento della virtù e potrebbero essere considerati i primi “maestri di professione”. Fu proprio grazie a loro che, nella Grecia del V secolo a.C. si assiste ad un importante cambiamento rispetto alle forme educative tradizionali. Destinatari dell’educazione diventano in questo momento non solo i giovani aristocratici ma chiunque sia in grado di retribuire un maestro. Istruire ed apprendere sono intese dai sofisti come una techné ovvero un’arte, un’abilità. Il fine dell’educazione rimane sempre la formazione dell’uomo pubblico, il buon cittadino in grado di amministrare affari pubblici e privati. L’insieme delle conoscenze teoriche e delle capacità tecnico-pratiche che venivano insegnate dai sofisti includono la grammatica (conoscenza della lingua), la retorica (arte di saper parlare) e la dialettica (arte di confrontare due tesi tra loro opposte). La virtù insegnata attraverso l’educazione è la capacità di affermarsi attraverso l’uso delle parole. Due tra i sofisti più importanti furono Protagora e Gorgia.
Platone. Alla retorica e alla dialettica sofistica Socrate e Platone contrapposero la maieutica e il dialogo.
Mentre i sofisti proponevano che fosse impossibile raggiungere la verità, il metodo dialogico aveva come fine ultimo la ricerca della verità.
Platone (428-348 a.C) propose un importante pensiero pedagogico e fondò l’Accademia, una scuola filosofica che proponeva il confronto tra maestro e allievo proprio attraverso il dialogo.
In una delle sue opere giunte fino a noi, la Repubblica, egli suggerì che i bambini venissero educati tutti insieme, in comune, affidati fin dalla nascita allo Stato e declinò nel dettaglio un quadro ideale del sistema educativo . Nell’idea presentata da Platone la società sarebbe distinta in tre categorie: i filosofi-governanti, i guardiani-difensori e i produttori. L’educazione sarebbe distinta per le diverse classi di appartenenza e a seconda dei compiti che ciascuno deve svolgere nella società.
Le scuole ellenistiche. Aristotele (384-322 a.C) fu, insieme a Platone, tra i maggiori filosofi dell’antichità. Egli ritenne che il compito dell’educazione è quello di condurre gli uomini alla virtù. Caratteristica distintiva dell’uomo è la ragione: la virtù rappresenta pertanto l’agire dell’uomo secondo la sua ragione.
Nel IV secolo A.C. la paideia Greca si estende, attraverso l’impero di Alessandro Magno, a tutta l’area da lui conquistata. Con la morte di Alessandro Magno (343 a. C.) si apre quello che gli storici definiscono periodo ellenistico. Le scuole filosofiche maggiori in questo periodo furono l’Epicureismo, lo Stoicismo e lo Scetticismo. L’educazione si struttura e si istituzionalizza nelle scuole dove assume grande rilievo l’insegnamento della lingua. Per i bambini era previsto l’ingresso nella scuola primaria a sette anni, l’educazione secondaria dai 14 ai 18 anni e infine l’educazione superiore dai 18 ai 20 anni.
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