L’Impressionismo nasce in Francia tra il 1860 e il 1870, da un gruppo di artisti, Monet, Renoir, Degas, Cezanne, Pissarro e Sisley, che vollero segnare una profonda frattura con l’arte del passato, aprendo la via alla realtà artistica moderna. Nell’Esposizione Ufficiale, che dava credito agli artisti emergenti, gli impressionisti esposero le loro opere per la prima volta, sconvolgendo gli artisti e il pubblico. Non fu soltanto per una questione di tecniche artistiche non codificate, ma del modo come essi affrontarono il tema della realtà. Superando le eredità del classico e del romantico, il pittore impressionista, analizza e descrive la realtà con occhio nuovo, passando da una “visione oggettiva” ad una “visione soggettiva” della realtà, grazie alla quale riesce a cogliere l’impressione, l’immediatezza di ciò che lo circonda. Il rapporto degli impressionisti con la realtà è dunque totalizzante e continuo. Gli oggetti della realtà vivono in un contesto generale, non vi è una gerarchia delle cose, tutto è sotto gli occhi degli impressionisti: la realtà così com’è, quella propriamente umana, cittadina, la vita moderna, la vita dei cafè e più di tutto l’uomo tra le incantevoli atmosfere della natura.
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