Camminando per le strade dei nostri paesi, si può notare che ci sono persone sorridenti e altre che, invece, sono immerse nei loro pensieri. Si potrebbe dire, a occhio e croce, che le prime sono felici mentre le seconde stanno attraversando particolari periodi della loro vita. Ma che cos’è la felicità? Cosa permette all’uomo di essere felice? Secondo me, la felicità è l’elemento fondamentale che permette all’uomo di godere appieno di tutti i momenti della sua vita. Il concetto di felicità è riconosciuto anche dalla politica. Si trova, infatti, nelle carte fondamentali dei singoli stati. Nella Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti d’America del 1776, ad esempio, si afferma che tutti gli uomini sono uguali e che hanno alcuni diritti inalienabili, come la Vita, la Libertà e il raggiungimento della Felicità. Anche nell’articolo 3 della Costituzione della Repubblica Italiana viene detto che tutti gli uomini sono uguali di fronte alla legge a prescindere dalla loro razza, sesso, lingua, religione. Viene altresì affermato che la Repubblica deve garantire il pieno sviluppo della persona umana eliminando gli ostacoli che lo limitano. Secondo me, è giusto ciò che esprime la nostra Costituzione. Un uomo, infatti, per essere felice, deve potersi realizzare avendo una famiglia e un lavoro dignitoso. Questo, però, sembra che oggi si stia dimenticando. Infatti stiamo attraversando un periodo di forte crisi e i tagli nel mondo del lavoro sono sempre di più. Questo limita fortemente la libertà soprattutto di noi giovani in quanto non possiamo progettare un futuro certo e dignitoso. Quindi rimaniamo più a lungo nelle case dei nostri genitori e ci creiamo una famiglia sempre più tardi. E così la nostra libertà è fortemente limitata. Bauman, ne L’arte della vita, ha ragione quando afferma che «sfuggire all’incertezza è un ingrediente fondamentale […] di qualsiasi immagine composita della felicità». Infatti più l’uomo si sente insicuro e più è infelice e limita le sue possibilità di raggiungere il pieno soddisfacimento di sé.
Maggioni e Pellizzari, in un articolo pubblicato da La stampa il 12/05/2003 intitolato Alti e bassi dell’economia della felicità, affermano che oggi gli uomini si dichiarano insoddisfatti in base a quello che realmente possono ottenere. Oggi si è più felici di venti anni fa, ma non ce ne accorgiamo perché «le nostre aspettative sono cambiate, migliorate, e desideriamo sempre di più». Secondo i due giornalisti, però, i dati di questa ricerca non sarebbero veri perché la felicità di persone nate nello stesso anno non cresce significativamente nel tempo e perché il numero di depressi e suicidi è simile a quello degli uomini che si dichiarano soddisfatti.
Naturalmente l’uomo, per essere felice, non deve stare da solo. Zamagni, in Avarizia. La passione dell’avere, dice giustamente che per essere felici bisogna essere almeno in due. L’avaro, dunque, non riesce ad essere felice perché è tirchio innanzitutto con se stesso e perché con il suo comportamento non riesce a creare dei legami.
Secondo me, l’uomo, per essere felice, deve essere prima di tutto sereno con se stesso e poi lottare e sconfiggere gli ostacoli che gli impediscono di raggiungere la propria felicità.
Stefania Annunziata
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