Nietzsche considera la vita come un alternarsi di momenti sublimi e momenti terribili. Il caos è la fonte stessa di vita e di benessere, ma l’uomo cerca di mettere ordine con la ragione. Così egli si allontana dalla sua fonte di vita e si irrigidisce in un razionalismo che distrugge la passione e l’istinto. Nietzsche dunque nega il pensiero filosofico occidentale che parte da Socrate e respinge il caos, pretendendo, con la ragione, di stabilire un ordine. Bisogna cercare di raggiungere una nuova forma di essere umano, il superuomo. Egli si trova di fronte alla realtà in cui forze ignote si scontrano, in modo continuo e caotico, in un mondo che è puro caos e divenire, ed accetta tutto ciò. Il superuomo accoglie l’ignoto e l’imprevedibile senza cercare di stabilire un ordine con regole e razionalità, ma guarda in faccia il proprio destino con desiderio. Egli vive consapevole di essere in balia del caos e tenta di volgerlo a suo favore. L’uomo greco presocratico viveva secondo questa concezione, dominato dallo spirito dionisiaco e dalla Tragedia, la forma d’arte in cui l’essere umano affronta la vita per quello che è. La tragedia greca aveva lo spirito vitale non ancora corrotto dal razionalismo socratico, il quale rispondeva allo spirito apollineo, cioè ad Apollo e alle sue qualità, armonia ed equilibrio. Ponendo invece come realtà il flusso caotico, l’uomo raggiungerà il culmine del suo percorso e allontanerà la decadenza, ovvero tutto quello che limita l’istinto e la forza vitale.
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