Allevamento degli animali vuol dire crescerli, sfamarli e poi infine ricavarci guadagno. L’uomo, per il suo sostentamento e per la sua economia, ha sfruttato ogni aspetto produttivo dall’allevamento dell’animale.
In periodi più antichi l’allevare degli animali (galline, galli, mucche, pecore, capre, conigli) era fondamentale soprattutto per il sostentamento familiare (cibo, pelli, utensili dalle loro ossa, protezione). Nel corso dei secoli, l’allevamento è cambiato e segue ritmi e finalità molto diverse tra loro. Esistono tantissime aziende, che con il sostegno di strumentazione tecnologica m spesso a discapito dell’animale, producono grandissime quantità di prodotti al giorno; come le aziende di allevamento per la vendita delle uova o come anche le aziende che producono latte, che hanno in allevamento centinai di mucche.
Ad oggi sono tantissimi gli animali da allevamento: mucche, galline, polli, api, maiali, capre, pecore, struzzi, ostriche, ecc. Ma esistono anche tipologie di allevamento di animali che non verranno uccisi o che non sono necessari al sostentamento alimentare. Ne sono un esempio gli allevamenti di cani di razza, che vengono cresciuti per essere venduti.
Per mercati di alta qualità esistono anche allevamenti il cui obiettivo è la produzione di lana pregiata (pecore e lama); allevamenti di cavalli, sia per uso alimentare che sportivo, ecc.
Insomma, l’allevamento è un aspetto fondamentale dell’economia degli Stati, come l’agricoltura, senza i quali l’uomo avrebbe molte difficoltà a vivere.
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