Vercingetorix ex arce Alesiae suos conspicatus ex oppido egreditur; crates, longurios, musculos, falces reliquaque quae eruptionis causa paraverat producit. Pugnatur uno tempore omnibus locis atque omnia temptantur. Romanorum manus tantis munitionibus distinetur nec facile pluribus locis hosti occurrit. Multum ad terrendos nostros valet clamor qui post tergum pugnantibus exstitit, quod suum periculum in aliena salute constare vident: omnia enim plerumque quae absunt vehementius hominum mentes perturbant. Caesar, idoneum locum nactus, quid quaque ex parte geratur cognoscit; laborantibusque auxilia summittit. Utrisque ad animum occurrit unum esse illud tempus quo maxime pugnare conveniat: Galli, nisi perfregerint munitiones, de omni salute desperant; Romani, si victoriam obtinuerint, finem laborum omnium exspectant. Maxime ad superiores munitiones laboratur: alii tela coiciunt, alii testudine facta procedunt; defatigatis in vicem integri succedunt.
Versione tradotta
Vercingetorige, visti i suoi dalla rocca di Alesia, esce dalla città; porta fuori graticci, pertiche, tettoie di protezione, falci e altre armi che aveva preparato per la sortita. Si combatte contemporaneamente su tutti i fronti e tutte le nostre postazioni vengono saggiate. La schiera dei Romani si sparpaglia per l'estensione delle linee (tantis munitionibus) e non tiene facilmente testa al nemico su più postazioni. In particolare contribuisce ad atterrire i nostri il clamore che si leva alle spalle dei combattenti, perché vedono che la propria salvezza dipende dal valore altrui: nella maggior parte dei casi, infatti, tutti i pericoli che non stanno dinanzi agli occhi (omnia... quae absunt) turbano con maggiore intensità le menti degli uomini. Cesare, trovato un buon posto (di osservazione), si rende conto di quanto accade in ogni settore e manda rinforzi a chi si trova in difficoltà. A entrambe le parti è chiaro (ad animum occurrit; altra traduzione: viene in mente) che è quello il momento (unum esse illud tempus) in cui si deve lottare allo spasimo: i Galli, se non fossero riusciti ad aprire una breccia nelle fortificazioni, avrebbero perso ogni speranza di salvezza; i Romani, se avessero avuto la meglio, avrebbero visto (lett. si sarebbero aspettati) la fine di tutte le loro fatiche. Si lotta soprattutto al campo superiore: alcuni lanciano proiettili, altri, formata la testuggine, avanzano; truppe fresche subentrano a turno a quelle stanche.
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