Postquam Caesar coniuratorum pugionibus in Curia confossus est, omnes cives magna trepidatione ingentique terrore perfusi sunt. Brutus et Cassius, coniurationis principes, Roma abierunt et in Asiam confugerunt. Plebs enim iis invidebat et M. Antonio, Caesaris amico eiusque legato in Gallia, atque Octaviano, ambitioso adulescenti, Caesaris filio adoptivo, favebat. M. Antonius et Octavianus cum Lepido foedus fecerunt, contra Brutum et Cassium bellum moverunt et copias suas in Graeciam transtulerunt. Urbi Romae praesidio relictus est Lepidus, eorum socius. Apud Philippos, Macedoniae urbem, diu acriterque pugnatum est. Primo proelio Cassii castra a M. Antonii copiis expugnata sunt; Cassius, iam de victoria desperans, mortem sibi dedit eiusque milites partim interfecti sunt partim capti. Antonius, ultionis cupidus, ne captivis quidem pepercit. Secundo proelio Bruti copiae ab Octaviano profligatae sunt et magnus senatorum numerus occisus est; Brutus, clade perturbatus suo gladio se transfixit. Post cruentam victoriam triumviri provincias inter se diviserunt.
Versione tradotta
Dopo che Cesare fu trafitto nella Curia dai pugnali dei congiurati, tutti i cittadini furono invasi da grande trepidazione e grande terrore. Bruto e Cassio, fautori della congiura, lasciarono Roma e si rifugiarono in Asia. La plebe infatti li osteggiava ed era a favore di M. Antonio, amico di Cesare e suo luogotenente in Gallia, e Ottaviano, giovane ambizioso, figlio adottivo di Cesare. M. Antonio e Ottaviano strinsero un'alleanza con Lepido, mossero guerra contro Bruto e Cassio e trasferirono le loro truppe in Grecia. A difesa della città di Roma fu lasciato Lepido, loro alleato. Presso Filippi, città della Macedonia, si combatté a lungo e duramente. Nella prima battaglia, gli accampamenti di Cassio furono espugnati dalle truppe di M. Antonio; Cassio, non avendo più speranza di vittoria, si diede la morte e i suoi soldati furono in parte uccisi, in parte catturati. Antonio, desideroso di vendetta, non risparmiò neanche i prigionieri.
Nella seconda battaglia, le truppe di Bruto furono sconfitte da Ottaviano e un gran numero di senatori fu ucciso; Bruto, scosso dalla strage, si trafisse con la propria spada. Dopo la cruenta vittoria, i triumviri si divisero le province tra loro.
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