Viri saepe alienis bonis contenti vivunt neque sua fortuna vitam degunt; Aesopus huius vitii exemplum prodit. Olim propter vanam superbiam graculus pinnas pavoninas colligebat et suas alas exornabat. Deinde amicos suos contemnebat et cum pavonum turma coniungebatur. Pavones autem graculo protervo pinnas evellunt fugantque rostris. Saucius graculus maestusque ad suum popolum reveniebat, sed repellebatur et duram notam tolerabat. Tum quidam ex graculis dicit: «Contentus nostris pennis eris et tuam naturam probabis! Itaque contumelias non habebis neque repulsam adversa tua fortuna sentiet».
Versione tradotta
Spesso gli uomini vivono soddisfatti con le ricchezze altrui né conducono la loro vita secondo la loro fortuna; Esopo offre un esempio di questo vizio. Un giorno una cornacchia raccoglieva penne di pavone per una vana superbia e adornava le sue ali. Poi disprezzava i suoi compagni e si univa con la schiera dei pavoni. Ma i pavoni strapparono con i becchi le penne alla cornacchia proterva e la mettono in fuga. La cornacchia, ferita e triste, tornava dal suo gruppo, ma veniva cacciata e subiva un duro rimprovero. Allora una delle cornacchie disse: "Sarai consento delle nostre penne e apprezzerai la tua natura! Così non avrai offese e il tuo destino avverso non avvertirà il rifiuto".
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