Ed essendo quello la costituzione nella città, e restando la moltitudine come servi dei pochi, il popolo si ribellò contro i nobili. Essendo in una fortissima discordia e in opposizione gli uni contro gli altri per molto tempo, presero come mediatore e capo a Solone, e affidarono a lui lo stato (…).
Diventato allora signore degli affari, Solone liberò il popolo nel presente e per il futuro, vietando il prestito con i corpi (in garanzia) e decretò la cancellazione dei debiti, tanto dei privati come dei pubblici, che chiamarono lo sgravio, perché il peso (dei debiti) era stato tolto (…).
Ordinò lo Stato e dispose altre leggi, e le istituzioni di Dracone cessarono di usarsi, tranne quelli che riguardavano i reati di sangue. Ma quando registravano le leggi le posero sulle tavole triangolari (chirbi) nello stoà del re, e si proclamò che tutti dovevano giurare. I nove arconti giurarono davanti la pietra, promettendo di erigere una statua d’oro se trasgredivano alcuna delle leggi; da quel momento sino ad oggi ancora fanno lo stesso giuramento. A seconda del censimento divise in quattro le cariche, così come erano divise anche prima, in pentacosiomedimni (quelli che possedevano una terra che produceva almeno 500 medimni all’anno), in cavalieri, in zeugiti e in teti.
- Greco
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- Aristotele