La disfatta di Canne - Studentville

La disfatta di Canne

Cum Hannibal in Apuliam pervenisset, Roma contra eum Aemilium Paulum et Terentium Varronem consules misit,qui apud Cannas castra posuerunt.Ibi alter consul,qui eo die exercitui praeerat,in planitie aciem instruxit et cum Hnnibalis copiis incaute conflixit.Tum magna fuit caedes Romanorum exercitus:narrant enim Hannibalem domum misisse tres modios anulorum quos ex Romanorum digitis Poeni detraxerant.Aemilus Paulus in proelio cecidit fortiter pugnans,Terentius Varro cum pucis equitibus fuga salutem invenit.Cum Romani tantae cladis nuntium cognovissent,omnes in forum concurrerunt.Matronae deos implorabant ut maximam perniciem urbi imminentem averterent;omnes enim credebant Hannibalem mox ipsam urbem oppugnaturum.Sed Hannibal,cum ignoraret quot milites in urbe mansissent,Romam non oppugnavit iterque avertit ut exercitum in hiberna duceret.

 

Essendo Annibale giunto in puglia, Roma mandò contro di lui i consoli E. Paolo e T. Varrone, che posero l’accampamento presso Canne. Qui uno dei due consoli, che era a capo in quel giorno dell’esercito, allestì la schiera in pianura e lottò con Annibale incautamente. Allora grande fu la sconfitta per l’esercito dei romani: narrano infatti che Annibale abbia mandato in patria tre (modios) di anelli che i cartaginesi avevano tolto dalle dita dei romani. Emilio Paolo morì in battaglia combattendo strenuamente, Varrone trovò la salvezza con pochi cavalieri con la fuga. Avendo i romani saputo la notizia di tanta sconfitta, tutti accorsero al foro. Le donne imploravano gli dei affinché distogliessero la grande rovina che immineva sulla città, tutti infatti credevano che Annibale avrebbe assediato la stessa città. Ma Annibale, ignorando quanti soldati rimanessero in città, non assediò Roma e cambiò tragitto per condurre l’esercito ai quartieri invernali.

 

Segue: La disfatta di Canne (2)

Versione tradotta

Essendo Annibale giunto in puglia, roma mandò contro di lui i consoli E. Paolo e T. Varrone, che posero l’accampamento presso Canne. Qui uno dei due consoli, che era a capo in quel giorno dell’esercito, allestì la schiera in pianura e lottò con Annibale incautamente. Allora grande fu la sconfitta per l’esercito dei romani: narrano infatti che Annibale abbia mandato in patria tre (modios) di anelli che i cartaginesi avevano tolto dalle dita dei romani. Emilio Paolo morì in battaglia combattendo strenuamente, Varrone trovò la salvezza con pochi cavalieri con la fuga. Avendo i romani saputo la notizia di tanta sconfitta, tutti accorsero al foro. Le donne imploravano gli dei affinchè distogliessero la grande rovina che immineva alla città, tutti infatti credevano che Annibale avrebbe assediato la stessa città. Ma Annibale, ignorando quanti soldati rimanessero in città, non assediò roma e cambiò tragitto per condurre l’esercito ai quartieri invenali.

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