LA FAMIGLIA E LA SUA FUNZIONE AFFETTIVA E SOCIALIZZANTE. La famiglia è oggi considerata un’ istituzione educativa fondamentale e dalla seconda metà dell’Ottocento è diventata oggetto di studio da parte di diverse discipline quali ad esempio il diritto, la sociologia, la pedagogia e la psicologia. Il contributo delle diverse discipline mette in evidenza il ruolo del contesto familiare e dell’atteggiamento dei genitori nel condizionare profondamente lo sviluppo della personalità del bambino. Tale influenza viene esecitata sia nel bene – quando la famiglia promuove una crescita sana ed equilibrata – sia nel male, quando ciò non si verifica. La famiglia assume quindi un’importanza fondamentale quale luogo di accudimento e protezione e nella trasmissione di quel sistema di regole che costituiranno la base del comportamento sociale.
La famiglia rappresenta il contesto educativo primario e il primo mondo affettivo e sociale che, attraverso lo sviluppo, permetterà il passaggio dalla totale dipendenza all’autonomia.
Tale processo, che inizia nella primissima infanzia, favorirà nel bambino l’interiorizzazione del senso di sicurezza e protezione fornito dal clima emotivo familiare e la capacità di autoregolazione. Tale capacità, attraverso l’interiorizzazione di modelli culturali e valori, porterà all’acquisizione e al rispetto delle regole della società in cui il soggetto vive.
FAMIGLIA: IL RUOLO DI MADRE E MADRE NELL’EDUCAZIONE E SOCIALIZZAZIONE. Le teorie psicologiche dello sviluppo richiamano l’attenzione sul ruolo della madre (caregiver) e sulla sua capacità di accudimento – ovvero la capacità di fornire cure in maniera sensibile e responsiva – nel promuovere lo sviluppo della competenza sociale e dell’autonomia. Proprio dalla qualità del rapporto con la figura di accudimento, la madre, si svilupperà quella che J.Bowlby definisce “base sicura”. La base sicura favorisce da una parte l’esplorazione dell’ambiente, e dall’altra la possibilità di regolazione emotiva.
Numerosi studi mettono inoltre in evidenza inoltre il ruolo che la figura paterna e la triade madre-padre-bambino assolve nel valorizzare l’indipendenza e nel sostenere l’autonomia del piccolo. Analogamente anche i fratelli rivestono una funzione fondamentale per la socializzazione.
La famiglia attuale è stata definita famiglia “affettiva”, qualificando in tal modo la risposta ai bisogni espressi dai figli in termini primariamente di bisogni affettivi. Tale modello differisce da un modello di famiglia definita “normativa”, in cui l’accento è posto sul rispetto di regole sociali e principi morali.
E’ tuttavia importante sottolineare come la famiglia debba poter assolvere a entrambi i ruoli: quallo affettivo e quello normativo. Il bambino interpreta, rielabora e attribuisce un senso alle informazioni ricevute rispetto a ciò che è “giusto” e a ciò che è “sbagliato” e, a seconda del livello di maturazione cognitiva raggiunto, costruisce una propria moralità in base all’esperienza sociale che lo ha visto partecipe.
E’ nella famiglia infatti che vengono poste le basi per la socializzazione, che tenderanno poi a consolidarsi attraverso la scuola: se nella prima infanzia le relazioni dei bambini sono circoscritte all’ ambito familiare, in seguito, durante l’età che comunemente viene definita prescolare, il bambino inizia a interagire con figure esterne alla famiglia e deve aver acquisito una sufficiente capacità di autoregolazione. La funzione educativa della scuola, sebbene altrettanto importante, sarà secondaria rispetto a quella esercitata dalla famiglia dove il piccolo sarà sostenuto nel comprendere quali siano i propri bisogni e le proprie esigenze, ma allo stesso tempo a rispettare quelle degli altri. Una famiglia disfunzionale non riesce ad assolvere a queste funzioni essenziali per una crescita sana e uno sviluppo sereno ed equilibrato.
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