Omnes regem Alexandrum Magnum Iovis filium existimabant.Nam in Lybia sacerdos,ante,comites,Iovis Hnnonis filium Alexandrum declaraverat.Tum Alexander in India iamdìu errabat atque vastabat regiones omnino ignotas non modo Macedonibus sed etiam populis Indiae finitimis.Interea oppidum magnum obsidione clausit,ibique in opere diu et frustra longum tempus consumpsit.Olim moenium partem vacuam defensoribus quaerebat,cum statim hostes sagittà eum vulneraverunt.Inceptum temen agere perseveravit.Tandem milites Alexandrum in praetorium adduxerunt,ubi aliquandiu sine voce stetit.Medicus multas medicinas applicabat,sed vulneris dolor crescebat et crus paulatim obtorpuit.Tunc Alexander: .
Versione tradotta
Tutti consideravano il re Alessandro Magno figlio di Giove.Infatti in Libia un sacerdote,davanti ai compagni, aveva proclamato Alessandro figlio di Giove Annone. Allora Alessandro già da tempo andava errando in India e devastava regioni del tutto ignote non solo ai Macedoni ma anche ai popoli confinanti con l'India. Nel frattempo cinse d'assedio una grande città, e vi trascorse molto tempo nell'operazione a lungo e invano. Una volta cercava di guadagnare una parte delle mura sguarnita di difensori, allorchè subito i nemici lo ferirono con una freccia. Tuttavia perseverò nel condurre a compimento il (suo)disegno.
Infine i soldati condussero Alessandro nel palazzo del governatore, dove rimase per qualche tempo senza voce. Il medico sommanistrava molte medicine, ma il dolore della ferita aumentava e la gamba a poco a poco si paralizzò. Allora Alessandro disse:"Non sono figlio di Giove, come dicono gli uomini; la ferita dimostra che sono un uomo".
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