La festa in onore delle schiave - Studentville

La festa in onore delle schiave

Romae Nonis Iuliis diem festum esse ancillarum vulgo notum est, nec origo et causa celebritatis ignota est. Iunoni enim Caprotinae die illo mulieres liberae pariter ancillaeque sacrificant sub arbore caprifico in memoriam benignae virtutis quae in ancillarum animis pro conservatione publicae dignitatis apparuit. Nam, cum Galli Romam cepissent et postea sedatus esset Gallicus impetus et res publica vero debilitata esset, finitimi populi statuerunt ut urbem invaderent: ingentes copias collegerunt atque his praefecerunt Postumium Livium Fidenatium dictatorem, qui senatui imperavit ut matres familiae sibi et virgines dederentur: tantum tali modo reliquiae Romae civitatis mansissent. Cumque patres certa persuasione carerent et in hac deliberatione suspensi essent, ancilla nomine Tutela polliccita est se cum ceteris ancillis sub nomine dominarum ad hostem venturam esse: habitum matrum familias et virginum sumpserunt et ad hostium castra prosecutae sunt. Hic, cum a Livio in castris distributae essent et diem festum apud se esse simulatae essent, viros plurimo vino provocaverunt et sopiverunt. Postea ex arbore caprifico, quae castris erat proxima, signum Romanis dederunt. Qui cum repentina incursione hostes oppressissent, memor illius beneficii senatus omnes ancillas manumisit dotemque his publico sumptu fecit diemque ipsum Nonas Caprotinas nuncupavit ab illa caprifico ex qua signum victoriae ceperunt, sacrificiumque iussit annua solemnitate celebrari.

Versione tradotta

E' noto che a Roma il 7 luglio è giorno di festa per la popolazione delle ancelle, e l'origine e la motivazione della festa non è ignota. Infatti in quel giorno le donne libere sacrificano a Giunone Caprotina insieme alle ancelle sotto l'albero caprifico, in memoria della virtù benigna che apparve negli animi delle ancelle per la conservazione della pubblica dignità. Infatti, quando i Galli avevano preso Roma e dopo che fu sedato l'impeto gallico e la repubblica fu indebolita, i popoli vicini decisero di invadere la città: radunarono ingenti milizie misero a capo di queste Postumio Livio dittatore dei Fidenati, che ordinò al senato che gli fossero consegnate le madri di famiglia e le vergini: in questo modo sarebbero rimaste soltanto le macerie della città di Roma. Poiché i senatori mancavano di una certa persuasione e erano incerti in questa decisione, un'ancella di nome Tutela promise che sarebbe andata dal nemico insieme alle altre ancelle, al posto delle padrone: indossarono gli abiti delle madri di famiglia e delle fanciulle e si diressero verso l'accampamento dei nemici. Qui, essendo state distribuite da Livio nell'accampamento e fingendo che quello fosse per loro un giorno di festa, allettarono gli uomini con molto vino e li stordirono. In seguito dall'albero caprifico, che era vicino all'accampamento, diedero il segnale ai Romani. Dopo che questi con un'improvvisa incursione ebbero ucciso i nemici, memore di quel beneficio il senato liberò tutte le ancelle e procurò la dote a queste con denaro pubblico, e battezzò quel giorno None Caprotine, da quel caprifico da cui ricevettero il segnale della vittoria, e ordinò che fosse celebrato un sacrificio con solennità annuale.

  • Letteratura Latina
  • Lingua Viva 1
  • Versioni dai Libri di Esercizi

Ti potrebbe interessare

Link copiato negli appunti