La Finestra di Fronte (2003): trama e analisi - StudentVille

La Finestra di Fronte: trama e analisi del film

La Finestra di Fronte: analisi del film Ferzan Ozpetek; approfondimento completo di commento e riassunto.

LA FINESTRA DI FRONTE: TRAMA E ANALISI DEL FILM

La finestra di fronte, vanta ben 4 David di Donatello su 11 nomination e 3 Nastri d’argento su 9 categorie in cui era candidato. Il film, uscito nel 2003, è stato una delle pellicole di Ferzan Ozpetek maggiormente apprezzati da pubblico e critica che già avevano iniziato a tenerlo sott’occhio sin dal suo debutto nel 1997 con Il bagno turco.
Con La finestra di fronte il regista turco conferma di volersi fermare cinematograficamente in maniera stabile in Italia, replicando l’exploit di Le fate ignoranti che per la prima volta era stato ambientato esclusivamente nel nostro Paese.
Dedicato alla memoria di Massimo Girotti, leggendario attore italiano che scompare proprio dopo la fine delle riprese, il film può essere visto superficialmente come una storia d’amore proibita tra un uomo e una donna, ma guardando più a fondo si può comprendere come il fulcro della narrazione riguardi il percorso di crescita e di accettazione della protagonista e il modo in cui la storia riesce sempre a riemergere anche quando sembra essere stata sepolta.

LA FINESTRA DI FRONTE: SCHEDA DEL FILM

  • Titolo: La finestra di fronte
  • Data di uscita: 2003
  • Regista: Ferzan Özpetek
  • Durata: 106 minuti
  • Generi: drammatico, sentimentale
  • Premi: David di Donatello per il miglior film, altri
  • Cast: Giovanna Mezzogiorno, Massimo Girotti, Raoul Bova, Filippo Nigro 

LA FINESTRA DI FRONTE: TRAMA DEL FILM DI OZPETEK

A vestire i panni di Giovanna c’è proprio l’omonima Mezzogiorno, negli anni 2000 sinonimo di grande attrice dedita ai ruoli che richiedono intensità drammatica: il suo personaggio è una donna insoddisfatta sia dal punto di vista lavorativo (è una contabile) che da quello affettivo (il marito è troppo preso dalla ricerca di un impiego per accorgersi di lei).
All’improvviso la sua vita viene sconvolta da due eventi molto differenti, l’arrivo di un attraente nuovo inquilino nel palazzo di fronte, Lorenzo (interpretato da Raoul Bova, purtroppo ancora piuttosto grezzo dal punto di vista recitativo), che lei spia dalla finestra, e l’incontro fortuito con Simone, un anziano uomo che si è smarrito e che è vittima di vuoti di memoria (proprio Massimo Girotti).
Facendosi aiutare da Lorenzo, la donna scopre che Simone in realtà si chiama Davide, che ha subito un trauma irreparabile quando nel 1943, ebreo e omosessuale, è riuscito a sfuggire ai rastrellamenti nazisti; Simone è il nome del suo amato dell’epoca, che “tradì” in qualche modo dovendo scegliere se salvare lui o i suoi compagni.
Colpita dalla storia di Davide, che si rivelerà essere stato un ricco pasticcere, Giovanna decide di inseguire il suo sogno di diventare anch’essa una pasticciera seguendo un corso. Nel frattempo inizia a nascere un sentimento tra la donna e Lorenzo, anch’egli colto a spiare la vicina del palazzo accanto.
Vinta dalla passione Giovanna si decide ad andare nell’appartamento di Lorenzo, ma proprio mentre sta per tradire il marito per la prima volta le capita di guardare la propria finestra, e metaforicamente tutta la sua vita, comprendendo di non poter lasciare tutto quello che ha costruito.
Lorenzo però deve trasferirsi a Ischia il giorno seguente per un nuovo incarico lavorativo e Giovanna, rosa dal dubbio, alla fine sceglie di non scegliere cosa fare del proprio futuro, preferendo lasciarlo partire. Scopriamo poi che Giovanna riuscirà a diventare pasticciera e a ritrovare la serenità col marito, mentre qualche tempo dopo Davide morirà felice di aver confidato il proprio segreto a qualcuno cui è stato utile.

ANALISI DEL FILM LA FINESTRA DI FRONTE

Il film ha ricevuto in genere critiche positive, che hanno messo in rilievo la capacità di Ozpetek di dirigere i suoi attori e trarre il meglio dalle loro performance (l’eccezione, come si è detto, riguarda Raoul Bova, al momento ancora più personaggio che attore fatto e finito). A questo proposito si segnala la presenza
In modo meno positivo è stata trattata la sceneggiatura, e in particolar modo il collegamento tra le vicende storiche di cui è simbolo Davide e la storia personale di Giovanna, apparse poco attinenti l’una all’altra, tanto che l’anziano scompare quasi del tutto nel terzo atto della pellicola, ma sopratutto con un’incidenza piuttosto superficiale (a ben vedere l’unica decisione portata fino in fondo dalla donna è quella di diventare pasticciera).
In ogni caso quello di Ozpetek è un film che, per quanto non risparmi momenti melodrammatici nella più pura tradizione italiana, mantiene comunque una durezza di fondo e un tono amaro che impediscono che si trasformi in una farsa.

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