Con l’espressione “grande depressione” s’intende la prima grande crisi del capitalismo, sviluppata nel periodo 1873 – 1896. La causa immediata fu il boom speculativo del 1871 – 1873 che investì tutti i paesi europei in seguito alla conclusione della guerra franco – prussiana. A questa, che fu la classica goccia che fece traboccare il vaso, seguirono cause strutturali quali, la crisi del settore ferroviario con l’arresto degli investimenti, la concorrenza americana in agricoltura con costi di produzione assai ridotti, resi possibili grazie ad una coltivazione estensiva e meccanizzata, lo sviluppo di nuove potenze industriali come la Russia, il Giappone e la Germania. Fu, quindi una crisi di nuovo tipo e nuove furono, pertanto, le risposte messe in atto dal capitalismo. Infatti, per fronteggiare la crisi economica i capitalisti europei attuarono la politica del protezionismo, cioè adottarono tariffe doganali protettive ed imposero dazi sulle importazioni di merci. Inoltre, ogni Stato si assumeva il compito di regolare gli squilibri dello sviluppo industriale, proteggendo l’industria nazionale dalla concorrenza degli altri paesi. Infine, le principali potenze europee iniziarono la conquista dei mercati coloniali, il cosiddetto imperialismo, cioè il predominio economico, militare e politico in nuove zone del mondo, come l’Asia e l’Africa.
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