La leggenda di Niobe - Studentville

La leggenda di Niobe

Apud antiquos poetas de Nioba fabulam legimus. Niobae, Tantali filiae et Thebanorum reginae, septem filii septemque filiae erant. Ea vere liberis suis superba erat. Olim, dum Thebani Latonae deae hostias immolant, Nioba sic exclamavit: «Thebani, Latonae aras relinquite et mihi sacra facite, quia ego multos liberos genui et eam supero». Ubi haec verba magna cum superbia pronuntiavit, Latonae iram excitavit; itaque dea eam punivit. Nam liberos suos, Phoebum ac Dianam, arcessivit: alter Niobae filios sagittis necavit, altera filias. Postquam ii Latonae vota solverunt, dei miseram Niobam in saxum converterunt: id semper lacrimas effundit.

Versione tradotta

Presso gli antichi poeti leggiamo la leggenda di Niobe.
Niobe, figlia di Tantalo e regina dei tebani, aveva sette figli e sette figlie. Ella era veramente orgogliosa dei suoi figli. Una volta, mentre i Tebani immolavano sacrifici alla dea Latona, Niobe esclamò così: “Tebani, lasciate gli altari di Latona, e rendetemi grazia (fate sacrifici per me), perché io ho generato molti figli e la supero (le sono superiore)”. Appena pronunciò queste parole con grande superbia, eccitò l’ira di Latona; e così la dea la punì. Infatti fece chiamare i suoi figli, Diana ed Apollo:
l’uno uccise i figli di Niobe con le frecce, l’altra le figlie. Dopo che questi sciolsero i voti di Latona, gli dèi tramutarono la povera Niobe in una pietra: questa sparge sempre lacrime.

  • Letteratura Latina
  • La Lingua delle Radici 1
  • Versioni dai Libri di Esercizi

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