Datàmes, vir callidus et consilii plenus, Persarum regis adversarius, olim captus est Mithridatis, Arìobarzànis filii, dolo. Is, qui secretum foedus cum rege inierat, amicitiam cum Datarne fecit eique persuasi! se infinitum bellum adversus regem suscepisse, ne qua suspicio insidiarum illi esset. Tandem, cum fidem hominis obtinuisset, legatum ei misit, ut in locum quendam secum in colloquium de bello contra regem veniret. Huc Mithridates ante alìquot dies vénit complurìbusque locis separatim gladios obruit eaque loca diligenter notat. Ipso autem colloquii die, cum aliquamdiu in colloquio fuissent et diverse discessissent et iam procul Datàmes abesset, Mithridates, prìusquam ad suos pervenirci, ne quam suspicionem parerei, in eundem locum revertit atque ibi, ubi telum erat infossum, resèdit, ut si ( = “come se”) lassitudine quadam cupéret acquiescere. Deinde Datàmen revocavit, simulans se quiddam in colloquio esse oblltum ( = “di essersi dimenticato”). Interini telum, quod latebat, protùlit nudatumque vagina veste texit. Datami venienti ait se vidisse locum quendam castris idoneum. Quem cum digito demonstraret et ille respiceret, aversum ferro transfìxit et, prius quam quisquam posset succurrere, interfecit.
Versione tradotta
Datame, uomo furbo e pieno di senno, avversario del re dei persiani, una volta fu catturato con l'inganno di Mitridate figlio di Ariobarzane. Questo, che aveva fatto un patto segreto con il re, fece con Datarne un'amicizia e lo convinse che lui avrebbe fatto una guerra eterna contro il re, affinchè non vi fosse a quello non fosse di insidie. Allora avendo ottenuto la fiducia dell'uomo, gli mandò un luogotenente per venire nel luogo con lui al colloquio sulla guerra contro il re. Qui Mitridate venne alcuni giorni prima e separatamente nascose spade e osserva diligentemente quei luoghi. Nello stesso giorno del colloquio, essendo già da un po' a colloquio e diversamente essendosi allontanati e già essendo distante Datame, Mitridate, prima di giungere dai suoi, per non sembrare in sospetto, ritornò in quello stesso luogo e qui, dove vi era un dardo nascosto si stese, come se per la stanchezza desiderasse riposare. Poi richiamò Datame, fingendosi di essersi dimenticato qualcosa nel colloquio. Intanto tirò fuori il dardo che nascondeva e denudato tesse una custodia come veste. A Datame che veniva disse che lui aveva visto un luogo adatto all'accampamento. Indicandoglielo con il dito e quello voltandosi lo trafisse con la spada e prima che qualcunè potesse soccorrerlo morì
- Letteratura Latina
- Datames di Cornelio Nepote
- Cornelio Nepote