Phaeton, Solis filius, precibus olim patre urgebat, ut singulari munere omnibus ostenderet divinam suam originem, de qua Epaphus, filius Iovis, dubitaverat. Tum Sol promisit se expleturum esse omne eius desiderium. Phaeton petivit ut per unum diem regeret currum Solis, nec pater, quamvis aegre, hoc recusare potuit. Iuvenis tamen vehementer ab eo admonitus est, ut iter medium inter caelum et terram teneret. Et primo divini equi imperio eius oboediverunt, sed, cum intellexerunt frena non cohiberi a Sole, iam retineri non potuerunt. Currus ad terram adpropinquavit et iam omnia ardore torrebantur;tum Iuppiter fulmine miserum audacem iuvenem necavit.
Versione tradotta
Fetonte, figlio del Sole, pressava una volta il padre con preghiere, per mostrare a tutti, con un dono particola (singolare) la sua origine divina, della quale (di cui=compl. di argomento=de+abl) Epafo aveva dubitato. Allora il sole promise che avrebbe esaudito ogni suo desiderio. Fetonte chiese di guidare per un solo giorno il carro del sole, e il padre, seppure a malavoglia, non potè rifiutare ciò. Il giovane, tuttavia, fu aspramente ammonito (consigliato) da lui a tenere il carro in mezzo tra il cielo e la terra. E dapprima i cavalli divini obbedirono al suo comando, ma, quando capirono che non erano governati dal Sole, non poterono più essere trattenuti. Il carro si avvicinò alla Terra e già tutte le cose erano bruciate (seccate torreo,es,torrui,tostum,ere 2°) dal calore; allora Giove uccise con un fulmine il misero audace giovane.
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