La natura secondo Leopardi: saggio breve svolto
La natura, nella sua eccezione classica, rappresenta il complesso delle cose e degli esseri dell’universo, che hanno in sé un principio costitutivo che ne stabilisce l’ordine e le leggi. Per Giacomo Leopardi la natura è la personificazione delle forze, dei fenomeni, perennemente considerata in contrapposizione all’uomo.
In un primo momento della sua vita, Leopardi guarda alla natura con occhio benevole, in quanto nonostante conduca costantemente l’uomo innanzi a difficoltà o eventi che causano unicamente sofferenza, essa ha dotato il genere umano di immaginazione, facoltà peculiari e fondamentale per l’essere umano che, facendone uso, evade dalla realtà infelice della vita abbandonandosi ad un mondo interiore.
In questa direzione si afferma in Leopardi l’opposizione all’illuminismo, che avendo portato alla luce verità naturali fino ad allora ignote, è come se avesse fatto passare il mondo da uno stato di fanciullezza (età caratterizzata dall’immaginazione), ad uno stato di maturità (età caratterizzata dalla ragione).
La natura del pessimismo storico Leopardiano, benigna con i propri figli, si trasformerà presto in natura maligna, con l’accentuarsi nel poeta della concezione meccanicistica del mondo. Tutto accade in natura perché mosso da una relazione causa – effetto che porta qualsiasi essere all’ineluttabile morte, intesa in Leopardi come annientamento e oblio.
Pessimismo storico e Natura
Durante l’ultima parte della sua vita, il poeta sviluppa una concezione di natura ben lontana dalla precedente. Considera la natura come fonte di illusioni e come forza suprema, incurante dell’uomo. Essa deve solo rispettare un ciclo vitale, meccanico, senza risparmiare dolori o condizioni dolorose all’uomo, poiché esso è solo una componente del grande meccanismo naturale.
Nel “Dialogo della natura con un islandese”, è ben espressa tale concezione del pessimismo leopardiano; la natura deve seguire il suo corso e di certo non si placherà a causa dell’infelicità o felicità dell’uomo, che nel mondo è un essere qualunque destinato a subire e perire sotto i colpi della natura.
Il pessimismo storico e il pessimismo cosmico, sviluppati da Leopardi durante tutto l’arco della sua vita si spengono con la Ginestra, invitando gli uomini a compiere una lotta titanica contro la natura denunciandone l’essenza maligna; tale lotta avrà fine solo con l’irrimediabile morte dell’uomo.
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