Il termine “epos”, che in origine significa parola, venne usato dai Greci per indicare la parola poetica, la poesia, che, in tempi molto antichi, è quella che canta le vicende di un popolo ammantate di mito. Molto spesso, infatti, la poesia epica ha un fondamento storico reale, ma si distingue dalla storia perché privilegia passioni e sentimenti e situazioni che colpiscono la fantasia dell’ascoltatore. Per fare un esempio molto noto, l’Iliade rappresenta sicuramente delle guerre combattute in tempi remoti dai Greci in Asia, ma non ci trasmette i dati normali di una narrazione storica, cioè date e fatti, bensì le gesta di alcuni eroi più significativi e di alcuni momenti della loro vita, come accade per l’ira di Achille.
Caratteri e storia della poesia epica
La poesia epica si fonda sulla tradizione popolare che ricorda avvenimenti di grande impatto emotivo. Si pone perciò il problema della composizione dei poemi, e se essi siano opera di un determinato poeta o raccolte di canti tramandati oralmente e solo in seguito messi in ordine da letterati. Nacque così la Questione omerica, su cui tanto si discute senza però ottenere certezze. Ma si può dire lo stesso di molti poemi indiani o della tradizione germanica.
In ogni narrazione epica intervengono gli dei, i quali hanno con gli uomini dei rapporti di parentela, e molti eroi sono semidei come Ercole e Achille; e sono amici o nemici di popoli e singole persone.
Poesia epica greca
I poemi epici greci furono detti ciclici, perché narravano le vicende di generazioni di re, eroi e re: si parla di un ciclo tebano per le storie di Edipo e delle guerre dei suoi figli e loro alleati; di un ciclo troiano per la guerra di Troia, il cui migliore esempio è l’Iliade; di un ciclo dei “nostoi”, i ritorni degli eroi, come l’Odissea.
Il linguaggio dell’epica greca è in genere solenne e ricco di immagini. Ogni eroe ha un epiteto che lo caratterizza, come Ulisse per l’astuzia.
Poesia epica latina
Anche la letteratura latina ai suoi inizi annovera i poemi epici romani di Nevio ed Ennio, preceduti dalla traduzione di Livio Andronico dell’Odissea. L’epica latina raggiunge la perfezione con l’Eneide di Virgilio, che canta l’arrivo di Enea in Italia e, attraverso i suoi discendenti, preannunzia la fondazione di Roma e l’impero dei Giuli.
Il ciclo carolingio
La complessa storia della formazione dell’Impero di Carlo Magno creò il ciclo carolingio, con le Chanson in antico francese. In questa epica l’intervento divino è visto in maniera cristiana. Il protagonista poetico del ciclo è il paladino Orlando. Attraverso l’elaborazione letteraria, la materia carolingia giungerà ai poemi del Boiardo e dell’Ariosto.
Il ciclo bretone o di re Artù
Una forma particolare di narrazione è il ciclo bretone o di re Artù, in cui accanto alle gesta prevalgono contenuti spirituali, religiosi e sentimentali.
Si può parlare di epica anche per molti romanzi storici e d’avventure, che, oltre a narrare imprese e passioni di singoli protagonisti, danno un quadro dell’origine di un popolo o di una situazione storica. Il primo dei romanzi storici ottocenteschi, Ivanhoe di Scott, narra, tra realtà e fantasia, un momento d’incontro tra popolazioni in origine nemiche della storia inglese: i Normanni e i Sassoni.
L’epica è dunque l’inizio della poesia. Anche tutte le altre forme letterarie continueranno a ispirarsi, in forme moderne, agli stessi contenuti. Ne è esempio la figura di Ulisse, che da Omero giunge a Virgilio, a Dante, al Foscolo e ai lirici contemporanei; nelle letterature straniere, celebre è l’Ulisse di Joyce.
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