Il crollo della Borsa di New York, con sede a Wall Street, avvenuto il ventiquattro ottobre 1929, il cosiddetto “giovedì nero”, segna l’inizio di una crisi del sistema economico che dall’America si diffonde rapidamente in tutto il mondo. Le ragioni di questo crollo sono state: l’enorme sovrapproduzione di merci che il mercato non era in grado di assorbire e le attività di speculazione in Borsa. Per risanare l’economia, pertanto, il presidente democratico Rooselvelt promosse un vasto programma, passato alla storia come New Deal. Esso si fonda su due principi fondamentali:
– il rilancio dell’economia, attuabile attraverso il rilancio della domanda interna, cioè migliorando i redditi dei cittadini americani con interventi sociali volti ad abolire la miseria e la disoccupazione;
– l’intervento diretto dello Stato nell’economia, ponendo sotto controllo il sistema bancario e le grandi corporations per impedire il ripetersi delle speculazioni in Borsa, incrementando la domanda e sostenendo direttamente le imprese produttrici. Infine, il New Deal favorì anche i consumi dei ceti meno abbienti, riuscendo a conciliare la ripresa dell’economia con l’allargamento del benessere.
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