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La questione meridionale Le Problematiche sociali La morte di Cavour e la proclamazione del Regno d’Italia chiudevano il periodo storico del Risorgimento e ne aprivano un altro meno esaltante ma certamente difficile e decisivo; finito il tempo degli eroismi, bisognava costruire un nuovo stato, affrontare e risolvere una lunga serie di gravi problemi organizzativi, tra i quali quelli relativi alla scuola, ai tribunali, alle vie di comunicazione, ai pubblici uffici, alle tasse e così via. Le difficoltà maggiori derivavano dal fatto che l’Italia era stata unificata da gruppi di persone piuttosto ristretti (studenti, professionisti, etc.) i quali per lo più non costituivano neppure l’intera classe borghese in quanto una parte di essa era rimasta pressoché indifferente ai contrasti e ai conflitti per l’unità. Pochissimi poi erano gli operai e i contadini che avevano personalmente partecipato alle lotte unitarie e possedevano una sia pur pallida idea del concetto di ” nazione” e di ” patria”. L’Italia era ormai fatta, aveva raggiunto l’indipendenza e una parziale unità. Si trattava però piuttosto di una unità territoriale e non spirituale: espressione non già di tutto il popolo ma di una piccola parte di esso. L’Italia era stata unificata da gruppi di persone piuttosto ristretti (studenti e professionisti avanti a tutti), i quali non costituivano neppure l’intera classe borghese in quanto una parte di essa era rimasta pressoché indifferente ai contrasti e ai conflitti per l’unità. Pochissimi poi erano gli operai e i contadini che avevano personalmente partecipato alle lotte unitarie e possedevano una sia pur pallida idea del concetto di ” nazione” e di ” patria”. Ecco spiegato perché D’Azeglio affermasse che l’imperativo in quel momento fosse quello di fare gli Italiani, di dare loro uno spirito civico e una coscienza nazionale. Problemi del Regno d’Italia Politica estera Politica interna – occupazione di Roma – occupazione di Venezia – difficili rapporti con le grandi potenze – tensione con la Chiesa e lo Stato pontificio – Austria desiderosa di rivincita – Gelosia della Francia – necessità di opere pubbliche – analfabetismo – arretratezza dell’agricoltura e dell’industria – malattie endemiche – deficit del Bilancio statale – riorganizzazione dell’esercito – unificazione di pesi, misure, leggi, ecc. – brigantaggio Non possiamo però tralasciare i fatti che portarono all’unificazione dell’Italia Dal 1848 la classe borghese assume sempre maggior peso ,il Regno di Piemonte e Sardegna grazie ad una avanzata politica interna, a proficui inserimenti nello scenario internazionale ed avventurose iniziative garibaldine, diviene l’Italia unita.[1] Lo scenario che si apre con l’unita’ d’Italia Dalla voce dei protagonisti Con l’espressione di Massimo D’Azeglio si riconosceva anche il profondo distacco fra le diverse parti del paese: specie tra Nord e Sud la distanza era enorme. Sarebbe stato necessario, come aveva teorizzato Carlo Cattaneo, dar vita a una forma statale su base regionale, le cui funzioni di fondo fossero cioè lasciate alle regioni stesse: esse sole avrebbero potuto essere a conoscenza delle riforme necessarie nelle singole zone e nei limiti entro i quali andavano realizzate. In tale direzione premevano sia Cavour e i liberali moderati, sia, in maniera consistente, i mazziniani, mentre si mostravano decisamente contrari i conservatori più accaniti. I problemi visti da piu’ vicino La scelta centralista. In tale disputa si fronteggiarono a lungo le due anime del Risorgimento Italiano: da una parte quella borghese, sempre pronta a scelte fatte da un ristretto numero di persone culturalmente ed economicamente predominanti, dall’altra quella democratica e popolare, vivacemente espressa da Mazzini e dai suoi seguaci. Rimase, alla fine, vincitrice la tendenza borghese e venne fuori, sul modello della Francia napoleonica, uno stato acce (segue nel file da scaricare)
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