Il razionalismo moderno trova in Cartesio il suo principale termine di riferimento. Egli infatti, se da una parte vede nella ragione il punto di partenza di ogni indagine filosofica e di ogni conoscenza scientifica, procede dall’ altra a una radicale revisione delle precedenti corrente razionalistiche. Nel Discorso sul metodo egli definisce la ragione come il potere di giudicare rettamente distinguendo il vero dal falso. Essa è sinonimo di intelletto, di lume naturale, o, più semplicemente, di buon senso. La ragione non è quindi una capacità conoscitiva specifica, distinta da altre forme di conoscenza quale ad esempio l’ intuizione interiore, ma in generale è la capacità che ogni uomo possiede per natura e in modo spontaneo, di attingere conoscenze certe. Il razionalismo di Cartesio presuppone infatti il carattere intuitivo della conoscenza contrapposto al razionalismo di tipo aristotelico – scolastico, che vincolava la validità del sapere a specifici procedimenti logici, pensiamo ai sillogismi. Questa particolare concezione della ragione in Cartesio incide pure sulla forma espositiva delle opere. Non è probabilmente un semplice omaggio a una tradizione letteraria il fatto che la Ricerca della verità sia scritto in forma di dialogo tra tre personaggi: sotto la guida di Eudosso, l’ interlocutore della retta mente che esercita la funzione maieutica a carattere socratico, Poliandro, l’ uomo versato nella conoscenza diretta del mondo ma sprovvisto di educazione libresca ( esperienza, ma non cultura ), attinge la verità meglio di quanto non possa fare Epistemone, l’ erudito impacciato dai pregiudizi aristotelico – scolastici. Del resto, tanto il Discorso quanto le Meditazioni sono scritti in forma autobiografica e si traducono di fatto in un resoconto del colloquio dell’ autore con la propria ragione; l’ integrazione delle Meditazioni con le Obiezioni e le Risposte, inoltre, accentua il carattere quasi dialogico dell’ opera. Il fatto poi che Cartesio scriva anche trattati ( Il mondo e L’ uomo, ma specialmente i Princìpi e Le passioni dell’ anima ), oltre a obbedire all’ esigenza pratica di inserirsi nel mondo accademico con opere che rispettino le forme espositive proprie della tradizione scolastica, rivela un altro carattere della ragione cartesiana: a differenza dei dialoghi platonici, che tendono a lasciare aperta la questione e a volte non arrivano a nessuna conclusione, il colloquio che il soggetto conoscente instaura con la propria ragione conduce sempre a un esito univoco e definitivo, suscettibile quindi di un’ esposizione sistematica all’ interno di un trattato: ecco allora che la ragione umana per Cartesio, se usata correttamente, è infallibile e onnipotente. Essa è una ed uguale in tutti gli uomini: è evidente che qui Cartesio risenta delle influenze degli Stoici antichi, che reputavano che gli uomini con la loro ragione individuale partecipassero al Logos universale, ossia alla razionalità del tutto. Però per gli Stoici il Logos costituiva l’ ordine logico – ontologico della realtà intera e per questo si identificava con Dio; invece la ragione cartesiana rappresenta una facoltà specificamente umana che trova in Dio soltanto il garante della propria validità . Dall’ unità della ragione consegue immediatamente l’ unità del sapere: è questa la grande intuizione che Cartesio proclama essergli balenata il 10 novembre 1619, quando ritenne di aver scoperto i fondamenti di una scienza meravigliosa. Le diverse scienze non sono infatti condizionate dalla specificità dei singoli contenuti, ma traggono i loro princìpi da alcune verità fondamentali che la ragione ravvisa intuitivamente in se stessa. La ragione riflette dunque sulle scienze la propria unità , così come è unica la luce con cui il sole illumina le cose ( Regulae ). La filosofia si configura quindi come la scienza fondamentale, che fonda e coordina tutte quante le altre discipline: la filosofia è come un albero, le cui radici sono la metafisica, il tronco è la fisica, i rami che spuntano dal tronco sono tutti le altre scienze, cioò la medicina, la meccanica e la morale ( Princìpi di filosofia ). Dall’ unità della ragione consegue anche l’ unità del metodo cui bisogna attenersi per poter arrivare a conoscenze certe. Ecco allora che il grande problema su cui Cartesio si arrovella diventa quello di scoprire tale metodo che, dovendo valere per tutte le scienze, deve fornire il principio formale di ogni conoscenza possibile.
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- Filosofia - 1600