La rivoluzione della comunicazione – Tema Svolto
Da Gutenberg al libro elettronico: modi e strumenti della comunicazione
Nei secoli precedenti, la cultura non era a disposizione di tutti. Pochi, infatti, erano coloro che sapevano leggere e scrivere e che potevano permettersi di comprare un libro. Inoltre, sul mercato, esistevano pochi volumi a disposizione degli intellettuali. Questo perché non esisteva ancora la stampa. I libri, infatti, venivano ricopiati a mano nei monasteri dagli amanuensi. Essi erano veri e propri scrivani che curavano la trascrizione e la trasmissione dei testi. Le copie dei libri, quindi, erano molto limitate e la diffusione della cultura era molto lenta.
La situazione cambiò radicalmente nella seconda metà del Quattrocento. Fu in questo periodo che Gutenberg riuscì a stampare libri grazie all’invenzione dei caratteri mobili. Insomma, Gutenberg fu il precursore della stampa moderna. Come ricorda Sartori in Homo videns, l’invenzione della stampa costituì un enorme salto tecnologico. Il primo libro ad essere stampato e diffuso, tra il 1452 e il 1455, fu la Bibbia. Di essa ne furono stampate duecento copie. La straordinarietà dell’evento fu che «quelle duecento copie erano ristampabili» e, quindi, potevano arrivare a più persone. Di conseguenza, con la stampa la cultura diventava accessibile a tutti proprio perché permetteva la diffusione delle opere in un tempo minore rispetto a quanto potevano fare i semplici amanuensi. Sartori continua affermando che da allora il progresso della comunicazione fu veloce. Tra Settecento e Ottocento, infatti, cominciarono ad essere stampati giornali tutti i giorni (i primi quotidiani). Seguirono le invenzioni del telegrafo e del telefono che permettevano di ridurre la distanza fra chi comunicava.
Era possibile, infatti, il contatto fra persone molto distanti tra loro. Lo sviluppo tecnologico in campo delle comunicazioni non si arrestò. Passando per la nascita delle radio, si arrivò, nella metà del Novecento, all’invenzione della televisione. Si trattava di un mezzo che offriva ad un pubblico vasto di spettatori «cose da vedere da dovunque, da qualsiasi luogo e distanza». La differenza tra la radio e la televisione era appunto questa: la prima parlava, la seconda faceva vedere. La voce della televisione, cioè, serviva semplicemente per commentare le immagini che scorrevano davanti agli occhi. Con la tv, quindi, assumono più importanza le immagini rispetto alle parole. Questo, a detta di Sartori, ha riportato l’uomo alla sua condizione primordiale: egli, cioè, si limita a vedere come l’animale. La differenza tra uomo e animale è, appunto, l’utilizzo della voce e, dunque, essa era più marcata quando si dava maggiore importanza al suono che alla vista.
Anche Marigliano si sofferma sulla rilevanza della voce. In Nuovo manuale di didattica multimediale, infatti, afferma che l’uomo ha sempre avuto il desiderio di «catturare, riprodurre, trasmettere a distanza i suoni delle voci e delle cose» e ci è riuscito. Il mondo, con la stampa di Gutenberg, era in silenzio; ha cominciato a parlare facendo ascoltare la sua voce grazie al successivo sviluppo tecnologico.
Oggi il progresso ha fatto ancora passi in avanti. Il computer ha rivoluzionato completamente la nostra vita. Grazie ad internet, infatti, oggi la comunicazione è diventata velocissima. Le notizie sono sempre aggiornate, minuto per minuto, e provengono anche dalle parti più lontane del mondo. Di conseguenza, anche il diffondersi della cultura è cambiato. Come afferma Simonelli in Tuttoscienze del 23 febbraio 2000, si è passati dal semplice libro di carta all’e-book cioè al libro elettronico. Questo può essere scaricato e letto su qualsiasi dispositivo elettronico in grado di decifrare i dati presenti in rete. Dunque, «addio carta, addio biblioteche con chilometri di scaffali dal pavimento al soffitto». L’e-book costituisce un’altra importantissima invenzione che permetterà una diffusione della cultura sempre più veloce.
Molte più persone, grazie prima a Gutenberg e all’e-book dopo, possono avvicinarsi alla cultura. E questo è un grande vantaggio per l’umanità che può continuare a studiare e a investire risorse affinché si progredisca ancora.
Stefania Annunziata
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