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La seconda guerra mondiale La crisi Polacca e lo scoppio della guerra Il 21 marzo ’39 Hitler chiese l’annessione di Danzica e l’extraterritorialità del corridoio. Di lì a poco i tedeschi occuparono anche Mamel città lituana. Hitler voleva occupare tutta la Polonia e il 3 marzo Churchill espresse la sua volontà di garantire i confini polacchi invertendo la marcia alla politica dell’appeasement. Tutto sommato la Germania, nuovamente forte, rappresentava un sicuro baluardo contro l’avanzata del comunismo in Europa. Sia Chamberlain che Daladier al ritorno dalla conferenza di Monaco furono accolti dalla folla plaudente ancora all’oscuro che di lì a pochi mesi sarebbero dovuti entrare in guerra. Sull’esempio di Hitler, Mussolini occupò l’Albania proclamando Vittorio Emanuele III Re d’Italia e di Albania. Il 22 maggio ’39 il ministro degli esteri tedesco, Ribbentrop e quello italiano, Ciano, firmarono il patto d’Acciaio col quale si impegnavano ad un aiuto militare reciproco sia in offese che in difesa. Mussolini disse però che l’Italia non sarebbe stata pronta ad un grosso conflitto di lì a tre anni. Francia ed Inghilterra per rispondere al patto d’Acciaio, cercarono di raggiungere accordi con la Russia la quale a sorpresa, firmò il patto Ribbentrop-Molotov con la Germania. Con questo patto le due potenze si impegnavano per dieci anni a non aggredirsi e prevedevano un eguale spartizione della Polonia. Stalin con il patto d’Acciaio voleva guadagnare tempo e prepararsi all’inevitabile scontro con la Germania sua antagonista ideologica. Così il 1 settembre ’39 le truppe tedesche entravano in Polonia e Francia e Gran Bretagna il 3 settembre onorando le garanzie di protezione dichiaravano guerra alla Germania. Nuovo ordine mondiale e soluzione finale Con l’inizio del 1942 a Hitler, vedendo l’Europa quasi interamente sottomessa al suo volere, parve il momento di attuare quella Soluzione Finale del problema ebraico. Lo sfruttamento, da parte tedesca, dei territori e delle popolazioni assoggettate era già una triste realtà da tempo, quasi un atto dovuto verso quella razza Ariana superiore a tutte le altre, in particolare agli lavi e agli ebrei. Il 7 dicembre 1941 con il decreto noto come Notte e Nebbia Hitler ordinò che tutte le persone pericolose per la sicurezza, dovevano essere fatte sparire senza lasciare traccia. Il 20 gennaio 1942 ebbe inizio la Soluzione Finale, con la quale si internavano in campi di lavoro gli ebrei presenti nei territori occupati. Molti furono gli ebrei catturati e deportati nei campi di lavoro dalla GESTAPO; l’operazione dello sterminio mirava, prima ancora dell’annullamento fisico, a distruggere psicologicamente l’individuo al fine di annullarne la personalità. 1942 – 43: Una svolta nel conflitto Importante fu la confitta subita dai tedeschi a Stalingrado. Nella loro avanzata in territorio Sovietico, la gran parte delle forze tedesche era concentrata nel settore meridionale e aveva posto sotto assedio Stalingrado. La città venne conquistata a poco a poco. I sovietici però passarono alla controffensiva; con tre armate l’esercito tedesco venne accerchiato e nonostante l’ordine contrario di Hitler il comandante tedesco Von Paulus decise di arrendersi. Con Stalingrado la seconda guerra mondiale registrava una svolta decisiva. La Russia di Stalin, confortata dall’enorme prestigio acquisito, cominciava a pensare ad iniziative offensive verso i Paesi dell’Europa orientale. In Africa settentrionale l’esercito Inglese guidato da Mongomery, attaccò le truppe italo-tedesche ad El Alamein. Da quella sconfitta iniziò la ritirata delle truppe italo-tedesche che persero pure la Libia a favore di Mongomery. Contemporaneamente forze americane guidate da Eisenhower sbarcavano in Marocco appoggiati da contingenti francesi comandati da De Gaulle. In Europa i tedeschi procedevano con l’occupazione militare della Francia di Vichy. In Afr (segue nel file da scaricare)
- Tesine