Abstract – scaricare il file per l´appunto completo
La storia Che cos’è la storia e il mestiere dello storico La parola italiana storia deriva da quella latina historia, che a sua volta da quella greca istorein che significa sia raccontare sia indagare. Infatti per fare storia bisogna saper raccontare i fatti ma basandosi sulla realtà, cioè appurare se quello che si tratta sia veramente avvenuto o no; per questo c’è bisogno di un indagine accurata. Ci sono delle fonti che permettono allo storico di effettuare la propria indagine, esse possono essere dirette, cioè di persone che hanno vissuto quell’evento storico, indirette, persone cui è stato raccontato, documenti scritti o documenti archeologici, che sono diventati l’unica possibilità di indagine per civiltà che non hanno lasciato documenti scritti. Lo storico, inoltre, deve essere il più obbiettivo possibile, altrimenti la storia risulterebbe alterata e perderebbe la sua caratteristica di oggettività. Se uno storico non fosse obbiettivo, la sua ricerca, per quanto completa e approfondita, perderebbe di validità perché la sua narrazione diventerebbe soggettiva. L’obiettività dello storico è fondamentale ma è anche vero che ogni aerazione sente il bisogno di scrivere la storia secondo il proprio punto di vista, basandosi su fonti già consolidate oppure servendosene di nuove. È proprio questa libertà è alla base della ricerca storica, continua, che non si ferma mai, e poi, come diceva S. Agostino Veritas se ipsa defendit, cioè la verità si difende da sola. Ciò vuol dire che se i pragmata narrati rispecchiano effettivamente il vero, essi sono facili da difendere e giustificare. Gli storici del passato, non avendo a disposizione metodi di indagine archeologica paragonabili a quelli attuali, si concentrarono sulle fonti dirette e indirette. Erodoto di Alicarnasso, ad esempio, scrisse un libro sulle guerre greco- persiane, nel V sec. a.C., e viaggiò pere tutta l’Asia Minore e per la Grecia per raccogliere testimonianze dirette e indirette sui fatti su cui voleva indagare, che erano avvenuti qualche anno prima. Tucidide, storico ateniese, scrisse un libro sulla guerra del Peloponneso che egli stesso visse in prima persona e quindi ebbe il vantaggio di avere a disposizione solo fonti dirette. Su cosa indaga la storia La storia si ripropone di indagare e di narrare le azioni dell’uomo, cioè i pragmata, che nel corso del tempo si sono susseguiti. Anche la filosofia si propone come una forma di indagine razionale, ma essa indaga sulla physis e non sui pragmata. La storia, inoltre, decide anche quali pragmata narrare, partendo dal presupposto della validità di tutti i pragmata. Sono alla fine le correnti storiografiche di ogni epoca a determinare tale scelta: dall’antichità fino al medioevo e oltre, la storia era raccontata in base alle imprese dei sovrani e non si la considerava come un’insieme concatenato di eventi molteplici; invece, la storiografia francese nata recentemente tende a considerare la storia come fatta dal popolo, quindi indaga sulle condizioni di vita dei più umili, sempre bistrattate nel passato, e costruisce delle microstorie, cioè delle ricostruzioni di piccoli ambienti e avvenimenti, per farci meglio capire ciò che si trova dietro un evento storico, i molteplici fattori che lo condizionano. Criteri storiografici Per analizzare pragmata della storia, si possono imporre dei criteri che sono validi sempre, e che tutti insieme concorrono a definirli nella maniera più chiara e definita possibile i pragmata, che sono così complessi che non si può tralasciare nessun loro aspetto, perché ognuno di essi concorre all’esistenza di quel pragmaton. Quindi, per definire correttamente un pragmaton bisogna: 1. Collocarlo nel tempo e nello spazio, sapendo che la storia è divisa in quattro epoche fondamentali, ovvero la preistoria, quando ancora non c’erano testimonianze scritte, la classicità, dalla civiltà greca alla fine dell’impero di Roma (476), il Medioevo, dalla caduta dell’impero romano fino a (segue nel file da scaricare)
- Storia