"Il coraggio della vita è un magnifico miscuglio di trionfo e tragedia" (J. F. Kennedy).
22 Novembre 1963: John Fitzgerald Kennedy, trentacinquesimo presidente degli Stati Uniti d’America, è stato ferito mortalmente da alcuni colpi di arma da fuoco a Dallas, in Texas. Un assassinio che ha sconvolto tutto il mondo, e che ancora oggi ha alcuni punti irrisolti. A sparare è stato Lee Harvey Oswald, un ex marine di 25 anni che, dopo essere stato visto scappare dal portone della Texas Book Depository di Dealey Plaza, il luogo dell’attentato, si dà alla fuga, durante la quale incontra e uccide un agente di polizia, Frank Tippit. Trova rifugio in un cinema, ma qui viene subito trovato e arrestato; la cosa strana è che si dichiara subito innocente, nonostante sia stato trovato, vicino una finestra del Book Depository, da dove sono partiti i colpi, un fucile Manlicher-Carcano, di sua proprietà e che presenta le sue impronte. Due giorni dopo, Oswald viene ucciso nella sede della polizia di Dallas, da Jack Ruby, gestore di locali a luci rosse, un malavitoso in contatto con mafiosi italiani. Ruby dichiara di aver sparato all’assassino del presidente, dopo aver visto in televisione le lacrime della signora Kennedy, Jacqueline. Il più giovane Presidente della storia degli Stati Uniti, aveva annunciato i primi di Novembre una visita ufficiale nel Texas, insieme a sua moglie Jacqueline. La mattina del 22 Novembre, l’Air Force One presidenziale atterra a Dallas; ad attenderli c’è una limousine Lincoln, che lo scorterà fino al Trade Mart, per un banchetto che purtroppo non avverrà mai. John Kennedy sale sull’automobile, sul sedile posteriore: alla sua sinistra c’è la moglie, mentre davanti a lui siede il governatore del Texas, John Connally, con a fianco la consorte. Il corteo imbocca l’angolo di Houston Street con Elm Street e di lì a poco, mentre il Presidente saluta la folla, si verifica la tragedia. Le versioni sulla scena sono due: c'è chi dice che la limousine abbia rallentato per una curva, c'è invece chi sostiene che si sia quasi inspiegabilmente fermata (Jim Garrison). Una Commissione presidenziale sull’assassinio di John Kennedy, meglio conosciuta come Commissione Warren, fu costituita il 29 novembre 1963 dal Presidente Lyndon B. Johnson per indagare sull'assassinio del presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy. Questa concluse che Lee Harvey Oswald fu il solo esecutore materiale dell'omicidio. Le conclusioni della commissione sono state frequentemente controverse e contestate. Perché è stato ucciso Kennedy? La responsabilità è stata davvero solo di Lee Harvey Oswald, o c’è dietro un complotto? Chi era Oswald, un fanatico esaltato o semplicemente un esecutore materiale, ingaggiato da qualcuno? Sarà vero che Ruby ha assassinato Oswald solo perché si è commosso guardando Jaqueline, oppure Oswald doveva morire perché si sarebbe scoperto il vero mandante? Ancora oggi ci sono dubbi irrisolti: vi sono pareri discordanti persino su chi ha sparato: secondo alcuni i colpi sono partiti da almeno due persone, poiché il Governatore Connally, in auto con il presidente, è stato colpito due secondi dopo rispetto a Kennedy. Dunque è impossibile che entrambi i colpi siano partiti dallo stesso fucile. Ciò si può notare dal filmato di Zapruder, che avrebbe voluto filmare il discorso di Kennedy, mentre inaspettatamente ha ripreso la sua morte. Sono tante le ombre che riguardano l’assassinio del Presidente. In tutti i suoi giorni da presidente, gli Stati Uniti hanno affrontato sfide epocali: dal lancio del programma spaziale alla crisi dei missili su Cuba, che portò il mondo a un passo dalla Terza guerra mondiale, fino alla grande battaglia politica contro il razzismo e la povertà. Il 28 agosto 1963, 250 mila americani aderirono a una marcia non violenta su Washington, indotta dai leader del Movimento per i diritti civili e Martin Luther King. L’obiettivo era ottenere una legge che mettesse fine alla segregazione dei neri e salari migliori per i lavoratori. Kennedy, inizialmente contrario alla marcia, per motivi di sicurezza, l’appoggiò e ne incontrò anche i promotori. La legge da lui proposta, che sanciva la fine delle discriminazioni, venne approvata 7 mesi dopo la sua morte. Kennedy fu eletto con un programma ambizioso: traghettare l'America verso una "Nuova Frontiera": "la frontiera delle speranze incompiute e dei sogni. Al di là di questa frontiera ci sono le zone inesplorate della scienza e dello spazio, problemi irrisolti di pace e di guerra, peggioramento dell’ignoranza e dei pregiudizi, nessuna risposta alle domande di povertà ed eccedenze”. I suoi 1.036 giorni da Presidente hanno cambiato la storia degli Stati Uniti e del mondo, e hanno fatto sognare generazioni e generazioni; il suo omicidio aveva sconvolto oltre che la Nazione, il mondo intero. Probabilmente non si saprà mai chi è stato veramente l'autore dell'assassinio, perché troppe persone odiavano Kennedy: la destra, i Texani per la sua politica tendente al comunismo, i soldati perché non era abbastanza aggressivo nei confronti del Vietnam. Per questi motivi è difficile pensare che l'assassino sia stato un povero psicopatico; dunque, a mio avviso, sembra chiaro che i colpi siano partiti sicuramente da Oswald, ma egli è solo una vittima sacrificale, dietro cui si cela una cospirazione organizzata così bene da non essere stata scoperta.
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