astrologus quidam,qui noctu,ut sidera contemplaretur,egredi solebat,cum olim extra urbem ambularet o****sque et mentem omnem in astris defixam teneret,imprudens in puteum delapsus est.quo casu cum is vehementer quereretur et frustra,ut illinc evaderet,niteretur,quidam viatior,qui forte per ea loca trasgrediebatur,cum eius gemitus audivisset,ad puteum accessit et eum vidit.Postquam ei auxilium praebuit ut e puteo egrederetur,eum percontatus est quid solus ibi de multa nocte ageret.tum astrologum et in puteum lapsum esse respondit,et ille:”ego vero inquit-admiror te,dum caelestia tam diligenter contemplaris atque intueris,de terrenis et de iis quae ante pedes sunt curam habere”.
Versione tradotta
Un astrologo, una volta, che di notte, per contemplare gli astri, era solito uscire, camminando fuori città e tenendo gli occhi e tutta la mente fissa agli astri, cadde imprudentemente in un pozzo. Per tale ragione gridando forte e tentando inutilmente per uscire da lì, un viandante, che per caso passava per quei luoghi, avendo sentito il suo gemito, si avvicinò al pozzo e lo vide. Dopo che gli offri il suo aiuto per tirarlo fuori dal pozzo, lo interrogò cosa da solo lì facesse per tutta la notte. Allora rispose che era un astrologo e che era caduto nel pozzo, e quello: io invero, disse, ti ammiro mentre così diligentemente contempli gli astri celesti e li guardi abbi però cura delle cose terrene e di quelle che sono davanti ai tuoi piedi.
- Letteratura Latina
- Versioni di Catone
- Versioni dai Libri di Esercizi