Ulixes ab Ilio Ithacam, patriam suam, navigabat; sed, undarum impulsu, apud Ciconas pervenit et Ismaron eorum oppidum, expugnavit et praedam sociis donavit. Inde ad Lotophagos , homines minime malos, pervenit; illi loton edebant: is cibus suavissum erat, sed omnium rerum,etiam carissimarum, oblivionem parabat.
Ab Lotophagis ad Cyclopem Polyphemum, Neptuni filium, crudelissimum inter omnes Cyclopas, navem duxit. Nulla belua immanior atque crudelior fuit Polyphemo: unum oculum hic in fronte gerebat; hominum corpora non minus quam ovium carnem vorabat; lac et vinum pariter hauriebat. Polyphemus Ulixem cum sociis in spelunca accepit et clausit: nam eos vorare cupiebat. Ulixes ingenii sui calliditate, se et socios felicissime liberavit.
Versione tradotta
Ulisse da Ilio navigava verso Itaca sua patria; ma spinto dall'impulso delle onde, giunse presso Cicona e espugnò la loro città Ismaro e donò ai compagni il bottino. Poi giunse dai Lotofagi, uomini minimamente malvaggi, quelli mangiavano il loto: questo cibo era assai dolce ma dava l'oblio di tutte le cose anche quelle più care. Dai Lotofagi condusse la nave dal ciclope Polifemo figlio di Nettuno il più crudele di tutti i ciclopo. Infatti nessuna belva fu più crudele e immane di Polifemo: aveva in mezzo alla fronte un solo occhio, divorava i corpi degli uomini non meno che la carne di pecore, ugualmente si cibava di latte e vino. Polifemo prese e chiuse Ulisse nella spelonca con i compagni: infatti li voleva divorare, ma Ulisse con la furbizia del suo ingegno, liberò se stesso e i suoi compagni felicemente.
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